Elezioni L'Aquila, Cgil con Festuccia? Trasatti: "Siamo autonomi e non facciamo campagne elettorali"

"E' con con stupore che sul vostro sito leggo la notizia che la Cgil aquilana sarebbe impegnata ad appoggiare la candidatura dell’esponente di Sel, Vittorio Festuccia, nella primarie del centrosinistra al Comune dell’Aquila."

A scrivere è Umberto Trasatti, segretario generale della Cgil L'Aquila in risposta all'articolo "Elezioni L'Aquila: le grandi manovre. Cgil mobilitata per Festuccia. De Matteis moltiplica le liste"

Nel pezzo, a firma di Marco Signori, si legge "Anche nel centrosinistra, che domenica 4 marzo sceglie il proprio candidato sindaco con le primarie, sono in corso grandi manovre. Negli ambienti vicini a Massimo Cialente non si sottovaluta più l'avversario Vittorio Festuccia. A sostegno del primario ospedaliero, candidato da Sinistra e libertà, si sta infatti mobilitando persino la Cgil. La stragrande maggioranza del sindacato, d'altra parte, è tesserata al partito di Vendola. E sembrano molti, a partire dai dirigenti, quelli che in questi giorni stanno battendo il territorio, tessendo la tela a partire dai numerosi iscritti, per portare a votare un gran numero di persone."

"Sono stupito di quanto leggo - scrive in risposta Trasatti - perché la Cgil, com’é noto, era e resta gelosa dalla propria autonomia e dunque non partecipa come organizzazione alle campagne elettorali di nessun partito. Una cosa d’altra parte vietata esplicitamente dallo Statuto dell’organizzazione, che sancisce l’autonomia della Confederazione da tutti i soggetti politici.

E noto inoltre - spiega ancora Trasatti -che la Cgil si riconosce storicamente nei valori della sinistra, e a tutti i dirigenti, gli attivisti e i militanti riconosce la piena libertà di impegnarsi come vogliono a livello personale nell’attività sociale e politica.

Tutto ciò ovviamente non impegna l’organizzazione, sia perché la Cgil resta gelosa della propria autonomia di giudizio e di iniziativa, sia perché ogni forma di partecipazione attiva alle iniziative dei partiti - conclude Trasatti - è esplicitamente vietata dallo Statuto."