Emergenza Pompei: la procura indaga su Protezione civile

20 Agosto 2010   13:05  

Alberto Puliafito sul quotidiano Il Fatto.


''La procura di Torre Annunziata apre un fascicolo sulla gestione dell'area archeologica di Pompei da parte del Dipartimento di Protezione civile.

Cosa c'entrino uomini e donne di Bertolaso, con Pompei, ce lo siamo chiesto in molti, semplicemente in base al buonsenso. Poi se l'è chiesto la Corte dei conti. Ora se lo chiede anche il procuratore Raffaele Marino.

Ci è voluto un esposto - denuncia della UIL Beni e attività culturali, per attivare la procura.

Nell'esposto della UIL si contesta l'assenza di trasparenza. Che è una delle accuse ricorrenti nelle operazioni gestite dal Dipartimento.

Poi si rileva l'invasività degli interventi, poco rispettosi della tutela del patrimonio culturale della zona: per dirne una, il Teatro Grande, ricostruito, più che restaurato (alla modica cifra di 5 milioni di euro circa). Il dott. Grazillo, ex direttore dell'azienda di promozione turistica, lo ha definito "un teatro da villaggio turistico".

Quindi, si parla di altri edifici dell'area che versano ancora "in condizioni di degrado statico".

Spulciando nell'esposto si trova anche riferimento a una mostra, organizzata dalla "Comunicare organizzando". Una srl da 8 milioni di euro di fatturato annuo, che solo a Pompei ha ricevuto 394mila euro per "Pompei e il Vesuvio. Scienza, conoscenza ed esperienza". E che troviamo presente in molte altre attività che fanno capo alla Protezione civile: mostre all'Aquila dopo il terremoto, per esempio.

E molte attività che hanno a che fare con Arcus S.p.A. La "Comunicare organizzando", fra l'altro, ha in gestione anche il Vittoriano a Roma.

La UIL esprime dubbi anche a proposito della composizione del personale che ha supportato Marcello Fiori nel corso della gestione degli scavi.

Proviamo a fugarne qualcuno. Con Fiori, per esempio, ha lavorato Nicola Mercurio, ex collaboratore (alcuni dicono autista) di Nicola Cosentino. Cosa facesse, il Mercurio - che fra l'altro è imparentato con Mercurio Filomena, accomandataria per la campagna elettorale di Luciana Scalzi, caposegreteria di Denis Verdini - a Pompei, non ci è dato saperlo. Lui stesso è evasivo. In un'intervista dice che si occupa di tutto un po', dei lavori sui cantieri, di rapporti coi sindacati, "insomma, tutto quello che il dottor Fiori mi chiede di fare".

Ci sono un bel po' di questioni su cui fare chiarezza, insomma. E il procuratore aggiunto Marino ha chiesto alla Guardia di Finanza di effettuare le prime verifiche.

Intanto, si attende che sia resa pubblica la relazione del Dipartimento su come siano stati utilizzati, nell'area, i 40 milioni di euro (soldi pubblici) stanziati nel 2008.''

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/20/pompei-ora-indaga-la-procura/51666/


I DUBBI DELLA CORTE DEI CONTI , LA REPLICA DELLA PROTEZIONE CIVILE

Secondo la Magistratura Contabile le emergenze per cui la gestione del sito archeologico è stata affidata alla Protezione civile, "sarebbero dubbie". Usando una stravagante motivazione, come causa dell'affidamento è stata richiamata anche la pericolosità del Vesuvio che è "ancora attivo".....,
- Dubbi sulle procedure adottate per gestire in emergenza gli scavi sono state, in passato, più volte avanzate da "Il Gazzettino Vesuviano".

«La pronuncia della Corte dei Conti conferma che gli Scavi di Pompei sono stati abusivamente messi sullo stesso piano di una frana, cosa che ha giustificato scempi come quello compiuto con il falso restauro del Teatro Grande di Pompei e diversi interventi per nulla pertinenti con le reali esigenze di conservazione del monumento». E' quanto spiega l'architetto Antonio Irlando, responsabile dell'Osservatorio Patrimonio Culturale nonchè editorialista de Il Gazzettino vesuviano, all'indomani della decisione della corte dei Conti che ha bocciato l'uso illegittimo del commissariamento e quindi della protezione civile per la gestione degli scavi di Pompei negli ultimi due anni.

Non è una calamità naturale e nemmeno un grande evento, eppure per l'area archeologica di Pompei è stato dichiarato lo stato di emergenza. Con tale impropria decisione da parte del Governo, adottata la prima volta due anni fa e proseguita con altri analoghi provvedimenti, è stato possibile per la Protezione Civile emettere delle ordinanze senza il preventivo controllo della Corte dei Conti. La magistratura contabile è,intervenuta con provvedimento pubblicato il 4 agosto scorso e reso noto ieri, affermando in una delibera i propri dubbi sulla considerazione di quegli atti come attinenti ad una calamità o un grande evento e sulla loro conseguente esclusione dal controllo. Anche se alla fine alza le mani perchè parecchie di quelle delibere sono ormai in esecuzione e quindi il controllo «preventivo» di fatto non è più possibile.

Il Governo ha sempre difeso invece la scelta di sottoporre gli scavi alle delibere della Protezione Civile, che possono derogare dalle leggi ordinarie, chiamando in causa addirittura la pericolosità del Vesuvio, «vulcano ancora attivo». La Corte dei Conti già in passato era intervenuta per contestare la decisione di escludere dalle normali procedure di controllo eventi che poco hanno a che fare con le grandi calamità.

Anche sulla storia degli scavi di Pompei la Corte torna a ribadire che "il Dipartimento della Protezione civile può svolgere non qualsiasi attività", ma "l'attività finalizzata alla tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o da altri grandi eventi, che determinano situazioni di grave rischio".

La Corte dei Conti prende allora in considerazione le delibere della Protezione Civile, una per una per sottolineare come in molti casi non rispondano a quei criteri di"grave danno o rischio" che possano giustificare la deroga alla normativa vigente.

La Corte contesta, per esempio, l'esclusione dai controlli delle decisioni che riguardano "le opere di manutenzione straordinaria per consentire la piena fruizione dei beni archeologici" o "il piano per garantire l'ordinato svolgimento delle attività commerciali" o "l'organizzazione dei servizi di guida ai turisti". Tutte cose che infatti non sembrano rispondere a quei requisiti di pericolosità o emergenza.

Replica stizzita Protezione Civile: "Davvero non si comprende come, a fronte di una deliberazione della suprema magistratura contabile che di fatto riconosce la piena correttezza e applicazione della normativa da parte della Protezione Civile Nazionale nella gestione dell'emergenza relativa all'area archeologica di Pompei, ci si trovi, ancora una volta, a dover vedere messa in cattiva luce l'attività del Dipartimento della Protezione Civile".


Fonte: www.ilgazzettinovesuviano.com




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