Emergenza idrica: Costantini e il mistero dell'acqua dispersa in rete o forse regalata...

28 Giugno 2012   12:50  

In Abruzzo è piena emergenza idrica, ma una tempesta di polemiche investe i tanti enti, impietosamente definiti ad esempio dal consigliere dell'Idv Carlo Costantini baracconi e stipendifici che gestiscono pessimamente il servizio idrico integrato, che  infatti fa acqua da tutte le parti.

Il consigliere nella nostra interviste lancia in particolari pesanti accuse all'Aca, ''governata da uno 'pseudo' Consiglio di amministrazione perche', sulla base dei rilievi sino ad oggi sollevati dall'Ente d'Ambito (e non solo), quello che pretende di essere in carica e di gestire a proprio piacimento i proventi di decine di milioni di euro di bollette dell'acqua pagate dalle famiglie e dalle imprese, e' in realta' un Consiglio di Amministrazione 'decaduto' da tempo''. ''E cio' nonostante - denuncia Costantini - pretendeva ancora di piazzare per i prossimi tre anni qualcuno della propria ristretta cerchia a dirigere l'azienda.''

Un'azienda normale, - incalza Costantini -  che brucia il 56% di quello che produce sarebbe tecnicamente fallita. Ancor piu' se si considera che del poco che fattura, ben 74 milioni di euro non riesce ad incassarli (e' questa la spaventosa somma iscritta come crediti da riscuotere). Qualcuno, sindaci inclusi, puo' ancora continuare a voltarsi dall'altra parte, a far finta di non vedere, a tacere? e' giunto il momento, a destra ed a sinistra, di collaborare con chi, come l'Italia dei Valori, intende voltare pagina?''

E Costanitini istilla anche un altro pesantissimo sospetto: non è scontato, come sempre si dice che il 60-70% dell'acqua immessa nella rete idrica abruzzese si disperda nelle condutture fatiscenti e che nessuno ripara o sostituisce. Una parte significativa, sospetta Costantini che sta approfondendo la questione dal punto di vista tecnico, potrebbe essere ''regalata'', agli amici e parenti di chi ha in mano il servizio idrico in Abruzzo.  

''Non serve il sospetto - spiega Costantini - alimentato da recenti inchieste della Procura di Pescara, che avrebbero portato alla luce un sistema di regalie, sconti piu' o meno leciti e deroghe varie agli obblighi di bollettazione da parte dell'A.C.A. S.p.a., la societa' pubblica che gestisce il servizio idrico in Provincia di Pescara.

Sono i numeri a rivelare, nella loro spietata oggettivita', che la dispersione dell'acqua non e' solo un problema di perdita delle reti.

Dovrebbero dircelo le decine di milioni di euro che l'A.C.A. S.p.a.  dichiara di spendere ogni anno per le manutenzioni della rete; una spesa che in un decennio avrebbe dovuto consentire di foderare d'oro le condotte e che invece continua a rivelarsi del tutto inefficace.

Ma ce lo dicono meglio i numeri, che rivelano come nell'anno 2010, su 64.677.935 metri cubi d'acqua usciti dai serbatoi dell'A.C.A. S.p.a., solo 28.700.281 metri cubi d'acqua sarebbero finiti nelle bollette.In buona sostanza il 56% dell'acqua che esce dai serbatoi sparisce, si volatilizza, il 42% si presume in dipersioni della rete e tutto il resto in problemi che andrebbero dai contatori che non funzionano, alle perdite che si consumano durante le manutenzioni o addirittura a causa dei "fontanili".


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