Emergenza rifiuti a Pescara: perchè solo ora i politici se ne sono accorti?

09 Marzo 2012   12:36  

 "Due gravissimi problemi, sotto gli occhi di tutti, investono Pescara, con pericolose e gravissime ripercussioni sulla collettivita' dal punto di vista ambientale, sociale ed economico".

Lo dice la Confcommercio "L'ultima in ordine di tempo - fa presente l'associazione - e' l'emergenza rifiuti scaturita dall'imminente chiusura della discarica di Colle Cese e dalla difficolta' di reperire siti alternativi.

Prendiamo atto della soluzione tampone individuata dalla Regione Abruzzo, ma ci chiediamo se, cosi' come in tante altre occasioni, non ci si poteva pensare prima, quando all'orizzonte incombe il rischio che nella nostra citta' possa riproporsi la drammatica situazione verificasi nei mesi scorsi a Napoli.

Non capiamo - osserva la Confcommercio di Pescara - perche' le iniziative politiche e amministrative finalizzate alla risoluzione del problema si stiano attivando solo oggi, proprio a ridosso dell'emergenza, visto che era noto da anni che la capacita' della discarica di Colle Cese andava ormai esaurendosi.

Cio' che ci indigna e' la colpevole inerzia delle istituzioni competenti, che non sono riuscite, pur avendo a disposizione un considerevole lasso di tempo, ad individuare una soluzione definitiva.

Non sappiamo se le responsabilita' siano da attribuire alla Regione o alla Provincia, per non aver saputo redigere un Piano Rifiuti in grado di risolvere la questione, ma cio' che maggiormente ci stupisce e' anche il silenzio dei rappresentanti delle forze politiche pescaresi.

Diversi sono infatti i consiglieri e gli assessori delle Amministrazioni Provinciale e Comunale di Pescara che ricoprono cariche all'interno del Consiglio regionale; ciononostante, non ci sembra di aver mai riscontrato un intervento di questi ultimi per evidenziare la pericolosa situazione che oggi si rivela in tutta la sua gravita'.

Fra l'altro - prosegue Confcommercio - ci si permetta una riflessione: la nostra citta' si e' fatta carico di accogliere oltre 130.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla zona di Teramo.

Viene lecito allora domandarsi: dov'e' finita la solidarieta'? Perche' non riscontriamo analoga disponibilita' da parte di altri Comuni abruzzesi? Stupisce - conclude l'associazione - anche il silenzio del primo cittadino Albore Mascia, che avremmo voluto vedere battersi in prima linea per sollecitare presso le sedi competenti tutti gli interventi possibili per la soluzione della problematica in oggetto". 

Sulla vicenda interviene anche l'associazione Terra nostra che lanca bordate contro una classe politica a dir poco inadeguata. 

"Con Colle Cese, la seconda discarica nel pescarese pronta alla chiusura dopo quella di Fosso Grande, siamo giunti all'epilogo della vicenda rifiuti". 

Lo afferma l'associazione Terra Nostra. "Una questione - dice Gianluca Monaco - sulla quale abbiamo acceso i riflettori il 15 dicembre 2008, data del fatidico aumento della Tarsu del 30% in un sol colpo: una vera e propria mazzata per le famiglie e le attivita' economiche pescaresi. 

Nonostante le proteste ci siamo accorti che il problema non riguardava soltanto le competenze del comune ma anche provincia e regione. 

Ci meravigliavano i visi ironici di politici che incontravamo senza sapere che gli stessi che avrebbero dovuto risolvere il problema, venivano finanziati a vario titolo da coloro che gestivano il ciclo dei rifiuti, come da articoli di cronaca, intercettazioni e inchieste della Procura hanno dimostrato.

I nostri dubbi - prosegue Monaco - sono quelli di tutti i cittadini cioe' che i ritardi sull'approvazione del nuovo Piano Provinciale Rifiuti e sull'attuale ritardo della Regione nel trovare una soluzione dipendano dal rapporto tra politica e imprenditoria, rapporto confermato dopo la pubblicazione dei finanziamenti della stessa imprenditoria ai politici. 

Come possiamo pretendere che gli stessi che hanno preso finanziamenti elettorali possano imporre dei limiti al finanziatore? Sara' una coincidenza anche la mancata attivazione dell'impianto pubblico di Alanno o del biodigestore di Spoltore? Un dato e' certo: ai cittadini - afferma Terra Nostra - si e' chiesto di pagare aumenti sulla tassa rifiuti senza che fossero fatti investimenti pubblici sulla gestione degli stessi. 

C'e' anche un'altra domanda: la tassazione va a ripagare l'impresa privata che poi rivende il rifiuto trattato guadagnando doppiamente, nel frattempo la politica verrebbe finanziata affinche' 'non decida' per una soluzione di interesse e gestione pubblica?

Oggi ci sono in ballo elezioni amministrative a Montesilvano e Spoltore dove ci sono inchieste legate proprio al mondo dei rifiuti: la nostra curiosita' sara' nel vedere con quale faccia i 'rappresentati' del popolo si presenteranno a questi appuntamenti, a queste richieste di voto sapendo di essere stati finanziati da quegli imprenditori oggi sotto la lente della Procura. Faranno gli interessi dei cittadini?", si chiede infine Terra Nostra. 


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