Al Tribunale dell’Aquila la presenza massiccia di roditori costringe a nuove chiusure e traslochi mentre si attende un’azione efficace di derattizzazione e sanificazione.
Un’altra emergenza igienico-sanitaria investe il Tribunale dell’Aquila: dopo l’incendio che aveva già danneggiato gli ambienti della struttura, ora è la presenza di topi a sollevare severi disagi. Fonti interne riportano che i roditori si sono insinuati al primo piano attraverso le controsoffittature, provocando la chiusura della cancelleria civile e di alcune stanze, con magistrati e dipendenti trasferiti in locazioni temporanee.
Il primo intervento di derattizzazione risale al 23 ottobre, ma non ha sortito gli effetti sperati: nei giorni successivi i roditori sono comparsi anche al secondo piano, dove si è deciso di utilizzare esclusivamente tagliole meccaniche anziché sostanze chimiche, in quanto l’edificio è di proprietà e sotto la gestione del Comune dell’Aquila.
Il personale segnala condizioni di lavoro insalubri: ambienti maleodoranti, sospetta presenza di carcasse non rimosse e forte disagio psicologico, tanto che alcuni membri del corpo giudiziario temono la sospensione delle attività qualora intervenisse la ASL della provincia dell’Aquila. Il presidente del tribunale, Elvira Buzzelli, aveva già disposto il piano di derattizzazione e igienizzazione e ha segnalato la problematica ai soggetti competenti: ASL, servizio prevenzione e protezione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e alla presidenza della Corte d’Appello dell’Aquila.
Le polemiche si concentrano sul tema dell’efficacia e delle modalità di intervento: la prima operazione non ha eliminato la propagazione dell’infestazione, mentre la scelta delle misure adottate — tagliole anziché veleni — genera dubbi sulla tempestività e la risoluzione del problema.
In questo contesto, l’edificio resta parzialmente operativo, ma con spazi inattivi o trasferiti temporaneamente. Il timore è che, qualora si verifichi un intervento della ASL che ne accerti l’insalubrità, possa essere disposta la chiusura totale o parziale, con conseguenze sull’attività giudiziaria e amministrativa del tribunale.