Dopo un anno, è ancora tutta da chiarire la dinamica esatta di quel che accadde nella sala operatoria dell'ospedale di Sant'Omero, di cui fu suo malgrado protagonista un paziente 60enne.
Il 1° ottobre 2013 l'uomo si presentò presso l'ospedale accusando lancinanti dolori all'addome: gli esami cui si sottopose di lì a poco resero necessario un intervento urgente di appendicectomia, dopo il quale tuttavia, come riferito dall'avvocato del paziente, i medici informarono i familiari del fatto che "si erano inspiegabilmente incendiati i teli sterili posti a deliminazione del campo operatorio e per questo il paziente aveva riportato alcune leggeri ustioni di primo grado".
L'indomani, poi, sempre stando all'avvocato, il personale constatò che le ustioni risultavano in realtà essere di secondo e terzo grado, localizzate in tutto il corpo ad eccezione delle braccia. Il Tribunale dei malati chiese che sull'episodio fosse fatta chiarezza, e poco dopo partirono una richiesta di risarcimento nei confronti della Asl tuttora in corso ed un'inchiesta penale atta a chiarire i motivi per cui i teli hanno preso fuoco. Nell'ambito di tale inchiesta, la Procura ha nominato un consulente tecnico ed ha iscritto nel registro degli indagati tre medici per l'ipotesi di lesioni colpose.