Evacuazione in Garfagnana: "frutto avvelenato dell'Aquila" o tutela dei propri cittadini?

01 Febbraio 2013   16:06  

Ed è come al solito il balletto delle responsabilità. Chi dice "evacuate" e chi risponde "ma chi vi ha ordinato di farlo".

E sotto tutti gli abitanti, vittime di chi il potere lo ha e lo gestisce come crede.

Ricostruiamo l'antefatto: venerdì  25 gennaio in Garfagnana arriva una scossa da 4.8, paura. Nessun danno.

"Come sempre in questi casi avviamo alla protezione civile degli aggiornamenti, in cui ci sono liste dei terremoti, sia valutazione sull'evoluzione delle sequenze" spiega Gianluca Valensise,  funzionario di sala sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

E spiega: "Oltre 200 repliche, molto piccole, dopo il 25 gennaio, tutte inotrno a 2/2.5 di magnitudo. Poi la scossa della notte tra il 30 e 31 gennaio 00.42 la scossa di magnitudo 3.3 ha preoccupato la popolazione e alterato la sequenza. Erano attese scosse come queste, questa scossa si spostava verso sudovest e noi nel comunicato alla Protezione Civile di ieri mattina 31 gennaio abbiamo rimarcato che la sequenza si andava modificando, è questo che abbiamo comunicato alla Protezione Cvile, ciò che è successo dopo è difficile capirlo, e mi sorprende che i comunicati sono della mattina e il tutto si è innescato dopo 12 ore."

Dopo una settimana, ieri sera qundue, nei paesi della Garfagnana un tam tam di sms, twitter e messaggi per megafoni allertano i cittadini del rischio e si mette in moto una macchina che porta i cittadini ad evacauare e ricoversarsi in vari strutture rese disponibili dai Comuni.

L'avviso alla popolazione della Garfagnana sulla possibilità di nuovo scosse sismiche è stato "un atto dovuto, alla luce del documento pervenuto dall'organo più alto dello Stato competente in materia" ha detto il sindaco di Castelnuovo Garfagnana  Gaddo Lucio Gaddi. Ai sindaci - ha spiegato - era giunto un primo avviso dalla Protezione civile in cui si evidenziava la possibilità di scosse nel territorio comunale. "Così - ha aggiunto Gaddi - abbiamo deciso di avvertire la popolazione, vista la forte scossa di venerdì e lo sciame sismico seguente". Allarmismo? "Era un atto dovuto - replica il primo cittadino - per tutelare i cittadini.

E' bello sentire un sindaco affermare quanto sopra, triste invece, profondamente triste, ascoltare il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che a fronte di un'allerta che per fortuna non ha avuto conferme, afferma:

"Nessuno ha mai parlato di evacuazione, perché ritenevamo che vi fossero delle condizioni che non modificassero il quadro generale, che resta comunque quello di una situazione di pericolosità…". Eppure l'effetto dell'avviso dei sindaci, dato con megafoni, avvisi telefonici e porta a porta, ha avuto proprio questo effetto. Alla base c'è qualcos'altro per il numero uno della protezione civile: "Questo è il frutto avvelenato della sentenza de L'Aquila" sulla commissione grandi rischi. Non si tratta di un "eccessivo allarmismo" nè, tantomeno, di uno "scaricabarile" tra istituzioni che non vogliono assumersi le proprie responsabilità" .

Ah se qualcuno il 31 marzo 2009 avesse sentito il carico della repsonsabilità di quei cittadini.

Se la sentenza Grandi Rischi instilla l'idea che di fronte ad un rischio è bene tutelare i propri cittadini, con il metodo che più si ritiene opportuno, è difficile parlare di "frutto avvelenato" ma sarebbe meglio parlare di "regalo prezioso".

di Barbara Bologna


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