Evasione fiscale: Pescara, Finanza sequestra immobile di un'azienda aquilana

09 Maggio 2012   10:53  

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila, in esecuzione di un decreto emesso dal locale Tribunale, hanno sequestrato un immobile ad una società di capitali con sede nel capoluogo abruzzese, operante nel settore della logistica e dei servizi per la comunicazione voce, video, dati e per i sistemi di sicurezza.

L’immobile, ubicato nel centro di Pescara, è stato sequestrato nella forma per equivalente, fino alla concorrenza di 143.877,75 euro, corrispondente all’importo delle imposte evase dall’azienda aquilana.

La Guardia di Finanza, a conclusione di complessi accertamenti tributari, ha rilevato che l’impresa aveva occultato una base imponibile di oltre 500.000 euro. In particolare, nel 2009, la società aveva ceduto un immobile, nell’area industriale di Pile, dichiarando una plusvalenza di soli 900.000 euro. In realtà il profitto conseguito dalla vendita dell’immobile era ben maggiore e gli amministratori dell’azienda l’avevano artatamente ridotto, dichiarando di aver sostenuto costi, in realtà non inerenti all’immobile ceduto (consulenze, fornitura di arredi, etc.).

In sostanza, la società, a fronte di 2.500.000 di euro circa pagati dall’acquirente, ha potuto esporre, nella dichiarazione dei redditi, una plusvalenza in misura notevolmente inferiore a quanto in realtà accertato, con la conseguente evasione dell’IRES (Imposta sul reddito delle società) per un importo di oltre 140.000 euro.

L’entità dell’evasione accertata ha fatto scattare la denuncia alla Procura della Repubblica di L‘Aquila, a carico dell’amministratore della società, per il reato di dichiarazione infedele.

All’esito degli accertamenti svolti, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di L’Aquila, Dott. Romano Gargarella, su proposta del Pubblico Ministero Dott. Stefano Gallo, ha disposto il sequestro preventivo di quota parte dell’immobile di Pescara, tuttora di proprietà della società verificata, fino alla concorrenza del valore dell’imposta evasa.
La maggiore base imponibile accertata è stata inoltre segnalata all’Agenzia delle Entrate per l’accertamento delle conseguenti violazioni amministrative.


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