FI, arrivi immigrati, Pescara e Montesilvano, devono concertare accoglienza con Prefetto

21 Luglio 2016   13:37  

L’arrivo dei 300 nuovi immigrati, previsto per il prossimo primo settembre su Pescara e Montesilvano, va gestito: i due sindaci, Alessandrini e Maragno, devono sedersi con il Prefetto e individuare insieme le realtà presenti sul territorio e capaci di dare accoglienza senza turbare la serenità dei residenti.

L’Hotel Excelsior, che da sei mesi ospita 100 presunti profughi, sotto il cappello della Cooperativa Eta Beta, la stessa coinvolta nell’inchiesta Mafia Capitale, deve essere tolto dalle eventuali disponibilità e vanno spostate anche le attuali presenze, o ci metteremo con i banchetti lì davanti come abbiamo fatto con l’Holiday, sulla riviera sud di Pescara, che andrà pure monitorato.

E il sindaco di Cepagatti, che fa sempre finta di cascare dalle nuvole, non deve firmare il cambio di destinazione d’uso di un ex Hotel, chiesto sempre da Eta Beta, per trasformarlo in ostello per la gioventù e consentire l’invasione degli immigrati in pieno centro abitato”. Sono le tre istanze formalizzate oggi in conferenza stampa dal Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, con i consiglieri di Forza Italia, Marcello Antonelli e Vincenzo D’Incecco, di Pescara in Testa, con Massimo Pastore, e il consigliere di Cepagatti Paolo Di Domizio.

“La Prefettura nei giorni scorsi ha bandito una nuova gara per gestire, per i prossimi 4 mesi, dal primo settembre al 31 dicembre 2016, l’arrivo e la permanenza di 300 nuovi immigrati, che si aggiungeranno ai 500 dell’ultimo avviso, ovvero ai 1.500 che stiamo già ospitando – ha detto il Capogruppo Sospiri snocciolando numeri e cifre -. Il bando scadrà il 19 agosto, il 22 si apriranno le buste, ed è ovvio che la Prefettura ha già cercato di capire tra i sindaci chi ha la possibilità di ospitare tali unità, prevedendo, peraltro, di spendere oltre 2milioni di euro.

Ora vediamo però le distorsioni da evitare perché non si riproponga un altro ‘caso’ Holiday. Innanzitutto non si capisce perché la Regione non possa avere un Centro di accoglienza pubblico, gestito in maniera trasparente, e realizzato sfruttando le tante strutture in abbandono, e penso alle vecchie caserme, e perché dunque dobbiamo lasciare questa povera gente, che pure salviamo in mare, alla mercè dei privati, noi chiediamo solo di sapere chi sono le persone che andiamo a ospitare.

Purtroppo oggi chi fa business sul problema, come l’Arci o la cooperativa Eta Beta, che ospitano per soldi, non per solidarietà umana, hanno inventato la formula per superare i bandi restrittivi: ad esempio, al Comune di Cepagatti, dove il sindaco dichiara di non sapere nulla, e mente sapendo di mentire, la cooperativa ha chiesto il cambio di destinazione d’uso di una struttura ricettiva, chiusa da 10 anni, situata in mezzo ai palazzi, tra due scuole che a settembre riapriranno, per trasformarla in ostello della gioventù, che richiede meno requisiti per essere agibile rispetto a un albergo, e in quei locali verranno stipati 30 immigrati in sei stanzette.

Se accade questo, è normale che 400 persone di Cepagatti ti raccolgono le firme per mandarti a casa perché è assurdo che la comunità locale non possa conoscere cosa accade accanto alla propria abitazione. E mi domando: quante altre catapecchie ci sono abbandonate e verranno utilizzate per stiparvi, in condizioni vergognose, quegli immigrati almeno per tutto il tempo in cui staranno in Italia in attesa del diniego della richiesta dello stato di rifugiato politico, ovvero dai 6 mesi a un anno?

Così non può continuare – ha proseguito il Capogruppo Sospiri – è chiaro che i sindaci di Pescara e Montesilvano si devono sedere con il Prefetto e insieme devono stabilire le localizzazioni, a turnazione, più compatibili con la tranquillità della popolazione residente. E pensiamo alla situazione assurda dell’Excelsior, una struttura parallela alla riviera, dietro alla pineta di Montesilvano, dunque zona già piena di problemi legati alla prostituzione, allo spaccio, che da sei mesi ospita 100 immigrati gestiti dalla Eta Beta che ora sta anche provando a lanciare le ‘operazioni simpatia’ concedendo l’uso dei presunti profughi come giardinieri.

Basta con queste sceneggiate, dopo sei mesi la gente è stanza, esasperata, ha il diritto di respirare, quei 100 immigrati vanno spostati, e la Eta Beta la deve smettere di fare affari in Abruzzo dopo che ha dovuto lasciare la capitale. L’Excelsior va sicuramente escluso dalla possibilità di riospitare all’infinito i presunti profughi. Noi intanto, sperando anche nel sostegno della maggioranza più coraggiosa, abbiamo già depositato in Regione la legge che esclude dai contributi della legge regionale 77, quelli a sostegno delle attività turistico-ricettive, le strutture che non producono budget tramite l’attività turistica. Se fai business sugli immigrati e non competi sul turismo, i soldi già te li fai dare dallo Stato sui migranti, quindi non hai diritto ad altro.

Oggi noi rivolgiamo il nostro messaggio ai sindaci che siedono al Tavolo per la Sicurezza e l’Ordine pubblico: Pescara e Montesilvano sono due realtà che vanno gestite; e l’Excelsior va tolto dalla disponibilità di ospitare altri immigrati, o ci metteremo lì davanti con i banchetti come abbiamo fatto per l’Holiday”.

Poi il ‘caso’ della Moschea a Pescara: “Tutti hanno diritto di professare la propria religione in Italia – ha ricordato il Capogruppo Sospiri -, ma non in un luogo inagibile, non controllato e chiuso, non autorizzato, luoghi in cui potenzialmente si radicalizza il pensiero dei più fragili.

Lo spazio di via Pisa, dove c’è una moschea, va chiuso, è illegale, un luogo di cultura ha dei requisiti per aprire, non è che alzo la serranda di un garage e apro una Sinagoga.

Dunque il sindaco Alessandrini deve firmare un’ordinanza per chiudere quella moschea illegale e abusiva, non autorizzata”. “I cittadini di via Pisa hanno sottolineato un problema reale – ha aggiunto il consigliere Fi D’Incecco -, non vogliono vietare ad alcuno di professare la propria religione, ma noi chiediamo se è possibile aprire un’Associazione culturale e poi trasformarla in una moschea senza chiedere permessi? In Italia è possibile che 150-200 persone si riuniscano ogni giorno in quello spazio ristretto, lasciando sul marciapiede 400 scarpe, e, durante il Ramadan, mangino anche all’interno di quello spazio consumando alimenti preparati sul posto?

Ci sono i permessi e vengono rispettate le norme igienico-sanitarie? Per rispondere a tali quesiti abbiamo presentato un documento all’Ufficio Antiabusivismo e ci aspettiamo che l’Ufficio esegua le sue verifiche. Le Forze dell’Ordine oggi sanno chi sono le persone che vanno in quello spazio?

Perché è chiaro che nel quadrilatero centrale oggi si respira un’aria di esasperazione tra il mercatino degli extracomunitari, gli accampamenti al terminal bus e la moschea. In quella moschea ci sono le autorizzazioni? La moschea va autorizzata? C’è l’antincendio? Attendiamo risposte dal sindaco e dagli uffici, ricordando che, in assenza di risposte, si profila l’omissione di atti d’ufficio”.

 

 


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