Fallimento catena Giotto, nei guai titolari e un commercialista di Pescara

25 Ottobre 2013   09:32  

Cinque responsabili della catena di negozi di elettronica Giotto sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta fraudolenta per un crac da 70 milioni di euro. Le ordinanze sono state notificate dagli uomini della Guardia di Finanza.

Gli arresti sono scattati nei confronti di 4 imprenditori romani (padre e tre figli, rispettivamente amministratore e soci) ed un commercialista di Pescara.
Secondo quanto ricostruito dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Paolo D'Oviodio, i cinque sono accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, per "avere cagionato con dolo il fallimento della società Mediasonicroma - è detto in una nota della Gdf - proprietaria della nota catena di negozi Centro Giotto", leader nel Centro Italia nella commercio di articoli di elettronica con oltre 30 megastore.

Gli accertamenti compiuti dal nucleo di Polizia Tributaria della Gdf hanno consentito di portare alla luce un complesso meccanismo illecito attraverso il quale la famiglia di imprenditori, su consiglio del commercialista, ha dapprima costituito una serie di nuove società, cui sono state apportate liquidità e merci di magazzino per circa trenta milioni di euro, che sono poi state trasferite all'estero (Portogallo), incorporandole in altre società di diritto lusitano, amministrate da soggetti prestanome.

Obiettivo era creare nuovi soggetti giuridici privi di debiti che, grazie a simulati contratti di affitto d'azienda con la Madiasonicroma sono di fatto subentrati nella gestione dei numerosi punti vendita della catena Centro Giotto. Per effetto di tali operazioni la società capogruppo, "è stata spoliata di tutte le merci in magazzino e si è ritrovata "piena" di passività, che hanno finito per condurla all'inevitabile fallimento.


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