Fertilizzanti cancerogeni: impianto Ecoest sotto sequestro

Produceva compost velenosi per l'ambiente

09 Ottobre 2008   11:20  
Sequestrato l'impianto di compostaggio Ecoest di Montesilvano. L'operazione è stata effettuata dal Corpo Forestale dello Stato, su disposizione della Procura di Pescara, in seguito a sette mesi di indagini che hanno portato alla scoperta di sostanze altamente tossiche nella composta distribuita dall'impresa.

Il compost. Definito anche "terricciato", proviene dalla decomposizione e dall' umidificazione di un misto di materie organiche come residui di potatura, letame, scarti alimentari,liquame o erba appena falciata.
Nelle industrie il processo di compostaggio viene accelerato, al fine di utilizzare la composta ottenuta come fertilizzante da spargere sul terreno prima dell'aratura.
In teoria il suo apporto dovrebbe "migliorare la struttura del suolo e la biodisponibilità di elementi nutritivi".
Evidentemente non è il caso del prodotto venduto dalla Ecoest. Dalle analisi condotte su alcuni campioni del terricciato sotto accusa infatti, è emersa la presenza di elementi nocivi come idrocarburi pesanti, rame, zinco e persino cadmio, un metallo utilizzato largamente nella produzione di pile al nichel, delle sigarette e del fosforo dei televisori.
Un pericoloso mix di sostanze che le imprese clienti utilizzavano inconsapevolmente nei terreni e nelle campagne di ben 4 comuni della Provincia di Chieti, dove peraltro si coltivano grano e foraggio.

La provenienza. Il fertilizzante cancerogeno, sequestrato dal gip Guido Campli su richiesta del pm Giampiero Di Florio, era ottenuto dal trattamento chimico di rifiuti provenienti da varie regioni: oltre l'Abruzzo figurerebbero anche Marche, Toscana, Molise, Lazio e Campania.

Gli indagati: l'amministratore unico della Ecoest, Massimo Dami, e Cesare Di Nardo, titolare di un impresa di trasporti, avente il ruolo di procacciare i terreni dove destinare i fanghi prodotti.

Le indagini. Ancora in fase iniziale, promettono di risalire ai fornitori dei rifiuti, e di identificare quindi le aree da cui provengono i veleni illegalmente utilizzati nel compost. Ma l'aspetto più complesso dell'inchiesta riguarda l'analisi delle conseguenze prodotte dal fertilizzante tossico nei terreni contaminati, sui prodotti coltivati e già distribuiti, sulle persone che lo hanno utilizzato.

I rischi. La correlazione tra l'insorgenza di tumori e l'esposizione a sostanze chimiche cancerogene presenti nei cibi che consumiamo e a volte persino nell'acqua che beviamo, è ormai comprovata da lunghi anni di ricerche scientifiche.
Risulta pertanto di vitale importanza il controllo sistematico delle sostanze utilizzate nella preparazione del terreno alla coltivazione.

Le autorità. "Questo lavoro", afferma il comandante distrettuale della Forestale Conti, "è dedicato a quelle persone che si ammalano di tumore senza saper perchè, alla loro sofferenza e a quella delle rispettive famiglie".


GDC


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