Foce del torrente Piomba: area degradata diventa discarica abusiva, scatta il sequestro

09 Ottobre 2024   10:12  

Denunciati i proprietari del terreno. Guardia costiera interviene: trovati rifiuti pericolosi e carcasse di roulotte, rischio elevato per l'ambiente marino.

La Guardia Costiera di Montesilvano, sotto la supervisione della Direzione Marittima di Pescara e con il supporto dell’Arta Abruzzo (Agenzia regionale per la tutela ambientale), ha messo sotto sequestro una vasta area situata nei pressi della foce del Torrente Piomba. L'area, che copre una superficie di oltre 36.000 metri quadrati nel comune di Città Sant'Angelo, si presentava in uno stato di grave degrado a causa del massiccio abbandono di rifiuti, molti dei quali altamente pericolosi per l’ambiente circostante e potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.

Secondo quanto riportato dagli operatori intervenuti, la zona abbandonata rappresentava una seria minaccia per l’ecosistema marino, in quanto parte dei rifiuti era a rischio di dispersione in mare, causando un possibile aumento dell’inquinamento ambientale. Tra i rifiuti individuati spiccano più di 70 quintali di cavi in plastica, una grande quantità di materiale elettrico, e diverse carcasse di roulotte. Inoltre, gli agenti hanno trovato elettrodomestici bruciati, cumuli di cemento e asfalto abbandonati lungo il litorale, in prossimità di aree delicate dal punto di vista ambientale.

L'azione della Guardia Costiera ha portato alla denuncia dei proprietari dei terreni interessati, i quali sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per la violazione delle normative in materia ambientale. La situazione rappresenta una chiara infrazione delle leggi sulla tutela dell’ambiente, con possibili ripercussioni sia sul territorio costiero che sulla qualità delle acque marine.

Rischio ambientale e salute pubblica
L'area sequestrata è stata giudicata ad elevato rischio a causa dei rifiuti depositati senza controllo, che potrebbero rilasciare sostanze inquinanti nelle acque marine e nell'ambiente circostante. Particolarmente preoccupante è la possibile presenza di materiali tossici come l'amianto, che potrebbe aggravare ulteriormente la condizione della zona e costituire un grave pericolo per la salute pubblica. Le autorità, attraverso l’Arta Abruzzo, hanno avviato una serie di analisi sui campioni prelevati, mirate a determinare la quantità e qualità degli agenti inquinanti presenti nell’area.

Le operazioni di bonifica e messa in sicurezza richiederanno tempo e risorse significative, soprattutto per evitare che ulteriori rifiuti finiscano per contaminare l’ecosistema locale. È stata sottolineata la necessità di intervenire rapidamente per ridurre al minimo l’impatto sull'ambiente marino, già messo a dura prova dalla presenza di questi materiali nocivi.

Proseguono le indagini
Le indagini condotte dalla Guardia Costiera, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pescara, sono ancora in corso. L’obiettivo è quello di approfondire la situazione e individuare eventuali altre responsabilità, non solo dei proprietari dei terreni ma anche di chi potrebbe aver contribuito al deposito illegale di rifiuti. La zona interessata dal sequestro è stata posta sotto stretta sorveglianza per evitare ulteriori scarichi abusivi, che potrebbero aggravare ancora di più la condizione ambientale già compromessa.

L’intervento della Guardia Costiera e delle altre autorità coinvolte sottolinea l'importanza di proteggere le aree ambientalmente sensibili e di contrastare ogni forma di degrado che possa danneggiare il territorio e le acque marine. I risultati delle analisi condotte dall’Arta saranno determinanti per comprendere l'entità dell'inquinamento e per pianificare le future operazioni di bonifica.

In questo contesto, è stato evidenziato come episodi di abbandono incontrollato di rifiuti siano sempre più frequenti in aree costiere e fluviali, compromettendo la qualità dell’ambiente e aumentando i rischi per la salute delle comunità locali.


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