Forum Ocse: "Mancanza di leader locali e regionali sfiduciano la popolazione"

17 Marzo 2012   12:17  

"Il senso di frammentazione sociale, gia' in parte evidente all'interno della comunita' prima del terremoto, e' stato esacerbato sia dagli spostamenti verso altre zone che dalla mancanza percepita di progresso nella ricostruzione.

Tra la comunita' locale, vi e' una percezione diffusa che gli attori dell'amministrazione sia nazionale che locale non abbiano una consapevolezza sufficiente delle difficolta' e delle avversita' che gli aquilani hanno dovuto sopportare; vi e', in particolare, la percezione che le problematiche sociali non siano pienamente comprese dai responsabili dell'arena decisionale e vi e' un sentimento diffuso di impotenza e di paralisi da parte della gente del posto, nonche' una sensazione ampiamente condivisa che il tempo per la ricostruzione della regione stia scadendo, in particolare in un momento in cui l'Italia si trova ad affrontare ostacoli di governance sistemici".

E' l'analisi degli studiosi dell'Ocse sul post-terremoto in Abruzzo fatta ai Laboratori del Gran Sasso in occasione del forum Ocse universita' di Groningen (Olanda).

"La gente del posto - proseguono gli studiosi - interpreta la paralisi istituzionale come una mancanza di leadership, locale e regionale, necessaria per mantenere le esigenze dei cittadini in cima all'agenda nazionale.

Nondimeno, sebbene il ritardo nel mettere a punto un piano globale di ricostruzione e una strategia di sviluppo socio-economico per la citta' e la provincia dell'Aquila sia stato una causa fondamentale di inerzia, tale ritardo e' altresi' diventato parte del 'meccanismo di scarico delle responsabilita'' tra istituzioni e gruppi vari e riflette anche chiaramente come, dopo il soccorso immediato al disastro, sia subentrata una sensazione diffusa che tutte le misure post-emergenza siano ostacolate dalla burocrazia".


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