Franceschini: il 25 aprile torni ad essere una festa condivisa

Da Onna: non equiparare partigiani-repubblichini

25 Aprile 2009   14:38  

"Spero che oggi sia il primo passo verso il ritorno ad un Paese che sa avere valori condivisi che vanno oltre lo scontro politico". Lo ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini, in occasione del primo appuntamento a Filetto (L'Aquila), per le celebrazione del 25 Aprile. "Il 25 aprile - ha aggiunto - è stato per molti anni e per decenni un momento di unità nazionale anche quando gli avversari politici, quando il mondo era diviso in blocchi e le grandi contrapposizioni ideologiche portavano gli avversari a posizioni molto lontane e ad essere distanti tra di loro . Però é giustamente importante che torni ad essere così perché è indispensabile che i nostri figli non dimentichino quello che hanno fatto i nostri padri per riconquistare la liberta - ha concluso Franceschini - col sacrificio della loro vita e col sangue". Davanti alla lapide che riporta i nomi delle 17 vittime della strage nazista avvenuta il 7 giugno 1944, il segretario del Pd ha osservato un minuto di silenzio e si è fatto il segno della croce.

"Un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combatté dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata". Il segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita ad Onna per il 25 aprile, non condivide le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui repubblichini di Salò. "Lo dico anche per ragioni familiari - aggiunge Franceschini - visto che mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro è l'equiparazione, che non va fatta".

"State tranquilli, ora ce ne andiamo che tanto qui creiamo solo disagio " ha rassicurato volontari e sfollati nel campo di Onna, uno dei paesi più colpiti dal terremoto abruzzese, il leader del Pd, Dario Franceschini. Franceschini, prima di una breve visita nella tendopoli, incrocia il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, anche lui qui per celebrare la Liberazione e visitare i terremotati. I due leader si salutano, entrambi camminando in mezzo ad un alto strato di fango. "Ora piove e le cose si complicano - dice poi Franceschini agli sfollati -. La ghiaia non ve l'hanno portata?". Poi un messaggio di speranza "adesso si riparte, so che gli abruzzesi sono gente forte".


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