Frode europea da 20 milioni sui fondi agricoli: sequestrati 17 milioni, coinvolto anche l’Abruzzo

08 Ottobre 2025   12:08  

Smantellato un sistema fraudolento di imprese agricole fittizie tra Veneto e Centro Italia: 48 imprenditori indagati per truffa ai danni dell’Unione Europea.


Una maxi frode ai danni dell’Unione Europea, per un valore superiore ai 20 milioni di euro, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Padova al termine di un’indagine complessa durata oltre tre anni. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Padova ha disposto il sequestro preventivo di 17,2 milioni di euro nei confronti di 48 imprenditori agricoli, accusati di associazione a delinquere e truffa aggravata per aver indebitamente ottenuto contributi comunitari del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA).

L’inchiesta, coordinata dalla Procura Europea con sede a Venezia, ha coinvolto diverse regioni italiane, tra cui Veneto, Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, e ha portato alla luce un articolato meccanismo fraudolento finalizzato ad aggirare i vincoli della Politica Agricola Comune (PAC). Le attività investigative, condotte tra il 2021 e il 2025, sono state supportate dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Macerata e Rieti, dalle Sezioni Aeree della Guardia di Finanza di Pratica di Mare e Pescara, e dal Nucleo Investigativo Agroalimentare dei Carabinieri Forestali di Rieti.

Secondo quanto emerso, gli imprenditori avrebbero adottato due principali strategie truffaldine: la prima consisteva nel frazionamento artificioso di una grande azienda agricola del Padovano in dodici imprese di comodo, formalmente indipendenti ma di fatto controllate dagli stessi soggetti, per eludere il tetto massimo di 500.000 euro annui previsto dalla normativa europea.

La seconda modalità riguardava la simulazione di pascoli, in violazione del divieto di utilizzo da parte di terzi. In pratica, attraverso la cessione fittizia di terreni, bestiame e manodopera, venivano richiesti e incassati contributi agricoli pur in assenza di qualsiasi attività produttiva reale. In molti casi, le imprese beneficiarie non possedevano neppure stalle o terreni coltivati, ma ricevevano i fondi comunitari grazie a una rete di complicità e false dichiarazioni.

Parte delle risorse sottratte proveniva da programmi collegati alla transizione ecologica e alla rivoluzione verde del P.N.R.R., destinati a sostenere le aziende agricole impegnate nella sostenibilità ambientale.

Oltre al sequestro dei beni per 17,2 milioni di euro, il GIP ha ordinato anche il blocco del trasferimento di titoli di pagamento per un ulteriore importo di 4 milioni, notificato all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Gli imprenditori sono stati inoltre segnalati alla Corte dei Conti per un danno erariale stimato in 32,1 milioni di euro.


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