Frode fiscale: sequestrati beni per 1 mln a sodalizio cinese

03 Febbraio 2011   13:46  

Sono stati sequestrati dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Teramo, in esecuzione dell'Ordinanza del Giudice per le indagini Preliminari presso il Tribunale del capoluogo, beni immobili e mobili di proprieta' di due cittadini di nazionalita' cinese del valore di circa 1 milione di euro. La normativa applicata dall'Autorita' magistratuale, su proposta dei finanzieri teramani, e' quella contemplata dall'articolo 1, comma 143 della legge finanziaria 2008 (legge 24 dicembre 2007, nr. 244), ora applicabile anche ai reati fiscali, che prevede la confisca obbligatoria dei beni per "equivalente", ovvero il sequestro preordinato alla confisca su beni nella disponibilita', anche per interposta persona, del reo per un valore corrispondente all'imposta evasa. Le indagini della Guardia di Finanza hanno evidenziato un sistema articolato di frode fiscale posta in essere attraverso la costituzione di aziende con diversa denominazione e natura giuridica, tutte collegate tra loro e operanti nel settore delle lavorazioni di capi di abbigliamento, fittiziamente intestate a terzi soggetti, anch'essi di nazionalita' cinese, perpetrata mediante l'alterazione e la falsificazione delle transazioni contabili e dei documenti fiscali emessi.

L'intento maldestro era quello di eludere eventuali accertamenti dell'Amministrazione finanziaria allo scopo di evadere, senza soluzione di continuita' e a far data dall'anno 2002, in modo sistematico, ricavi per un ammontare complessivo di circa 13 milioni di euro e che hanno generato imposte evase (I.R.Pe.F. e I.V.A.) pari a 4.246.292,00 euro. I proventi derivanti dall'illecita attivita' criminale sono stati impiegati dal sodalizio cinese nell'acquisizione del non trascurabile patrimonio immobiliare sottoposto a sequestro e nella rilevazione, in Cina, di attivita' commerciali.

L'odierno provvedimento ablativo che sottrae agli imprenditori un'abitazione ubicata nel comune di Nereto (Teramo) ed un fabbricato in costruzione con vista mare situata nel comune di Tortoreto (Teramo), fa seguito ad analogo provvedimento che nello scorso mese di giugno aveva gia' disposto il sequestro di un opificio e dell'annessa abitazione, sempre nel comune vibratiano. In quella circostanza i finanzieri diedero esecuzione alle misure cautelari dell'arresto, disposte dal Tribunale di Teramo, nei confronti di due cittadini cinesi mentre un terzo e' ancora oggi latitante, e denunciarono, a piede libero, altri due cinesi che fungevano da prestanomi in seno all'attivita' imprenditoriale svolta. Nel corso delle indagini veniva, altresi', accertato che operai della stessa etnia dimoravano in appositi dormitori, realizzati con cartoni, all'interno dei sito aziendale sequestrato e per tale aspetto venivano attivati anche gli organi competenti in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.


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