Garante boccia sciopero, Cgil sfida: cortei, ricorso e scontro nazionale senza precedenti

02 Ottobre 2025   19:04  

La Commissione di garanzia dichiara illegittimo sciopero del 3 ottobre senza preavviso, Cgil e Usb confermano la protesta, ricorrono al giudice, Meloni e Salvini attaccano.

Lo sciopero generale proclamato da CGIL e USB per venerdì 3 ottobre viene giudicato “illegittimo” dalla Commissione di garanzia: secondo l’Autorità, l’astensione viola l’obbligo di preavviso previsto dalla Legge 146/90. Il provvedimento considera “inconferente” il richiamo dei sindacati all’articolo 2, comma 7, che consente lo sciopero senza preavviso solo per la difesa dell’ordine costituzionale o in caso di gravi eventi lesivi dell’incolumità e sicurezza dei lavoratori.

La replica è immediata: il segretario generale Maurizio Landini rivendica la piena legittimità della mobilitazione e annuncia l’impugnazione della delibera, confermando cortei e iniziative su tutto il territorio. Le organizzazioni presenteranno ricorso al giudice del lavoro; in assenza di precettazione, eventuali sanzioni non ricadrebbero sui lavoratori aderenti, ma sulle sigle proclamanti, con un tetto massimo fino a 50mila euro.

Sul piano politico lo scontro è frontale. Da Copenaghen, la premier Giorgia Meloni bolla lo sciopero “di venerdì per il weekend lungo”, giudicandolo controproducente rispetto agli obiettivi dichiarati; Landini risponde parlando di offesa al mondo del lavoro e richiama i valori democratici alla base del diritto di sciopero. Nel frattempo, il vicepremier Matteo Salvini anticipa in Consiglio dei Ministri un’informativa sugli scioperi nei trasporti e l’intenzione di proporre una revisione delle sanzioni per chi non rispetta le regole.

Il contesto che ha innescato la protesta è l’azione della Global Sumud Flotilla diretta verso Gaza, intercettata in mare da Israele. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani informa che circa 40 cittadini italiani risultano fermati e trasferiti verso Ashdod per le procedure di identificazione ed espulsione; tensioni e presidi si moltiplicano in numerose città italiane.

Le piazze si preparano: oltre cento cortei sono annunciati in tutta Italia, con appuntamenti a Roma (concentramento piazza Vittorio alle 8:30, arrivo a piazza dei Cinquecento) e mobilitazioni nei principali capoluoghi. I sindacati richiamano la piattaforma: difesa dei principi costituzionali, salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle operazioni in mare, richiesta di canali umanitari effettivi per la popolazione palestinese.

Sulla cornice normativa, la Commissione di garanzia ribadisce che l’esenzione dal preavviso invocata da CGIL e USB è applicabile solo in ipotesi tassative; di contro, i sindacati citano lo stesso art. 2, comma 7 della Legge 146/90 per sostenere la tempestività della proclamazione a fronte di eventi ritenuti lesivi dell’incolumità. La disputa, dunque, si sposterà nelle aule giudiziarie mentre la mobilitazione resta confermata.

Intanto, dal governo trapela la linea della “responsabilità” e del rispetto delle regole, con l’ipotesi — da definire — di un inasprimento del quadro sanzionatorio nei settori essenziali, a partire dai trasporti. Va ricordato che gli aumenti automatici delle multe stradali erano stati congelati per il 2025 da precedenti provvedimenti, segno di un cantiere normativo più ampio su sanzioni e codice della strada che potrebbe intrecciarsi con la partita sugli scioperi.

Nel frattempo, il Paese si prepara a una giornata ad alta tensione: uffici, fabbriche e pubblica amministrazione potrebbero registrare adesioni significative; nei trasporti sono previste fasce di garanzia, ma restano possibili ritardi e cancellazioni. L’equilibrio tra diritto di sciopero, servizi essenziali e ordine pubblico torna così al centro del dibattito, in un braccio di ferro che intreccia politica estera, diritti costituzionali e conflitto sociale.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore