Gianni Letta sindaco di Roma un abruzzese al Campidoglio

14 Giugno 2012   15:13  

Sono ore difficili per Gianni Alemanno, il sindaco dalle scarpe ortopediche che dal maggio 2008 governa il Campidoglio.

Oggi dovrà vedersela in Giunta dove tenterà di far passare il maxiemendamento che sospende 50mila ordini del giorno dell'opposizione sulla cessione del 21% di Acea.

Anche se uscirà vittorioso dal braccio di ferro, il primo cittadino di origini baresi probabilmente non riuscirà ad acquistare la serenità che aveva ostentato negli ultimi mesi dopo aver recuperato un po' di immagine dopo la disastrosa nevicata di febbraio.

Anche ieri al termine del primo viaggio di inaugurazione della nuova linea della metropolitana, Alemanno non riusciva a nascondere dietro le dichiarazioni ufficiali una certa aria di preoccupazione. Probabilmente ha già messo nel conto che questi successi non saranno sufficienti per riportarlo tra un anno alla guida della Capitale. D'altra parte non è un mistero che lui stesso da tempo sta lavorando intorno al suo futuro politico per mettere a punto una exit strategy che lo metta al riparo dall'implosione del centrodestra dove da tempo mantiene una posizione timidamente critica.

Il sindaco non vuole essere stritolato nella faida tra gli ex-An confluiti nel partito di Berlusconi e le schegge impazzite del Popolo della Libertà. A tutto questo si aggiunge la notizia che Dagospia nella sua infinita miseria può dare in anteprima sulla candidatura per le prossime elezioni comunali di un personaggio che ha tutte le carte in regola per troncare le aspirazioni dell'uomo del Campidoglio e degli altri avversari.

Su questo concorrente, che sulla carta appare invincibile, c'è un'intera enciclopedia di aggettivi e di complimenti che fanno impallidire. Basti pensare che il Cavaliere impunito lo ha definito "un regalo di Dio agli italiani" e gli ha addirittura riservato un posto nel suo orrendo mausoleo di Arcore. Altri, come Pierfurby Casini, si sono spinti più in là parlando di "un santo laico, emblema di correttezza e onestà", virtù apprezzate anche da Mara Carfagna e perfino da Franco Marini del Pd.

Se non avete ancora capito stiamo parlando del supercandidato al Campidoglio, Gianni Letta, il politico di Avezzano che dopo l'attività giornalistica è approdato nell'87 dentro la corazzata Fininvest per poi seguire come un'ombra la cavalcata di Berlusconi. L'intimità tra i due è stata così forte al punto che il Cavaliere lo ha voluto nel '90 testimone al suo matrimonio con Veronica Lario. Quando poi Berlusconi è diventato presidente del Consiglio, l'ex-giornalista abruzzese è diventato il centro di gravità permanente del potere che da Palazzo Chigi si è allargato attraverso mille rivoli e mille vicende (non tutte limpide) nelle stanze dei poteri.

Perfino nel grattacielo di Goldman Sachs a New York dove sono abituati ad arruolare i politici e gli uomini della finanza più rappresentativi di ogni Paese, si sono accorti a giugno 2007 che valeva la pena ingaggiarlo per utilizzare la sua consulenza strategica nello sviluppo dei business.

E dopo Goldman Sachs è stata la volta del Vaticano che ha sempre apprezzato le sue capacità di Gran Ciambellano discreto ed esperto mediatore fino al punto di convincere Papa Ratzinger e il suo maggiordomo Paoletto a insignirlo nel 2008 della carica di Gentiluomo di Sua Santità.

Quando Berlusconi si è avvitato su se stesso e ha perso lucidità politica, Letta non è caduto in depressione e ha messo alle spalle i complimenti e la promessa che nel 2006 il Cavaliere gli aveva fatto di tirargli la volata per la Presidenza della Repubblica.

Oggi si muove con la riservatezza insegnatagli dal suo vero padre politico, Giulio Andreotti, che per decenni ha incontrato ogni mattina nel piccolo ufficio in piazza in Lucina del leader democristiano. I sogni per il Quirinale sono stati accantonati, ma la sua influenza nelle partite che si giocano dentro le stanze di Palazzo Chigi continua ad essere ancora oggi determinante. E forse non c'è nessuno a Roma che sia in grado di batterlo sul piano del presenzialismo e della mondanità che condivide con la moglie Maddalena. L'ubiquità lo porta in una sola serata a partecipare a un vernissage piuttosto che a una cena di vecchie contesse gonfie di botulino o di imprenditori amici.

Anche per lui, che ad aprile ha compiuto 77 anni, è arrivato il momento di riposizionarsi e di dare un senso al futuro. Da qui l'obiettivo del Campidoglio che si attaglia perfettamente alla sua figura come gli abiti firmati che senza una goccia di sudore ostenta anche nelle situazioni più drammatiche.

(dagospia.it)


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