Gli inquilini delle case popolari: ''E noi che fine faremo?''

07 Agosto 2009   13:41  

Prosegue determinata la mobilitazione degli inquilini delle case popolari e del sindacato Mia casa di Pio Rapagnà. Dei circa 4mila alloggi popolari del cratere, la metà sono inagibili, 900 quelli classificati E o F.

E dunque per buona parte dei dodicimila assegnatari, tutte famiglie a baso reddito, il futuro resta pieno di incognite, perchè chi ha appartamenti classificati B, C , D, cioè con danni non gravi, non potranno ambire ad entrare nei moduli abitativi del Piano C.A.S.E., e per chi ha casa e o f non sono previsti, sottolinea Pio Rapagnà, quote riservate o punteggi aggiuntivi. Parallelamente denunciano gli inquilini, l'Ater, l'ente commissariato che si deve occupare delle case popolari, tace e i lavori di ristrutturazione ancora non decollano.

 

 

Il sindacato Mia casa, che la scorsa settimana aveva consegnato al presidente Chiodi una petizione popolare, torna a richiedere alla regione l'approvazione immediata di una legge ad hoc, che dia risposte immediate al bisogno di un tetto per migliaia di famiglie sfollate e a basso reddito, e che vorrebbero tornare nella loro città, e non trascorrere l'inverno in qualche albergo della costa o dell'entroterra, anche perché molti sono quelli che intendono iscrivere i figli nelle scuole del capoluogo. ''A livello istituzionale tutti si sono detti d'accordo con le nostre richieste - commenta Pio Rapagnà - ma di fatti concreti ancora non se ne vedono''. E così il tempo stringe, la rabbia monta.

FT

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore