Articolo 21 - Editoriali
E perché se siamo belle è normale violentarci presidente?
di
Tania Passa
"Ci vorrebbero tanti soldati quante belle ragazze italiane"
Come
mai nel 2008 è così facile e istintivo per Berlusconi fare una battuta
correlando violenza carnale alla bellezza di una donna, mi domando ma
sua moglie Veronica e le sue figlie Marina e Barbara, essendo belle
donne, non sentono il bisogno di puntualizzare al padre che in civiltà
non deve esistere alcuna associazione tra bella donna e violenza.
Anche
perché se passa questa associazione chiunque si sente avallato a farlo,
e non vedendo un militare in giro, procede con la violenza , tanto è
bella no.
Che schifo questa Italia, la peggio Italia che sia mai esistita , da donna già
è terrorizzante girare per le strade con quegli sguardi vogliosi sui i
volti di uomini che sono divenuti mostri, anche se porti i jeans o la
tuta è uguale , ma da oggi viene quasi da scegliere di farsi brutte
anziché belle, non vorrei che poi pensassero di poterci avere legittimamente , vista l’associazione bella- violenza.
Per
questo sono pericolose le battute , per questo un Presidente non può
aprire bocca e dargli fiato, perché poi ci va di mezzo la vita della
gente.
Violenze carnali atroci in pochi giorni, vite spezzate di donne e il crescere del terrore nelle spettatrici di tutto questo, e le pene? Nessuna , il violentatore di Roma è a casa .
Questo non è un Presidente che emana rispetto per le donne è vero, ma questa non è neanche una giustizia giusta.
Per inciso uno stupro è l’omicidio di un’anima cari giudici maschilisti che rimandate a casa i mostri.
Violenza sulle donne, quanta retorica
(Pensare sognare comunicare, Kataweb)
Violenza sulle donne.
Non si finisce mai di parlarle, anche se non sempre questo crimine
affolla le prime pagine dei giornali come in questi giorni. E’
indubbiamente uno dei crimini più efferati. I crimini contro i diritti
umani sono tutti parimenti esecrabili. Qualcuno potrebbe obiettare, ove
mai fosse possibile farne una classifica, che al primo posto c’è
l’omicidio.
Ma davvero c’è differenza fra togliere fisicamente la vita e negarla? No. Non c’è alcuna differenza, anzi: lo stupro condanna a una morte lenta, inesorabile, feroce.
Spiegare cosa significa per una donna subire uno stupro non è cosa
facile. Forse non ci riesce nemmeno la vittima. Solo provare a
immaginare certi momenti fa mancare il respiro. Un colpo di pistola è
rapido e immediato. Una violenza carnale è lunga, interminabile,
infinita. Terrore, rabbia, panico, umiliazione, paura, dolore e
vergogna. Si, quel senso di vergogna che fa sentire sporca e
impedisce di parlarne, di guardarsi allo specchio.
E poi c’è il dopo. Ogni volta che una mano si avvicina, anche se
benevola, tutto ritorna. E parlano di angoscia e di orrore solo gli
occhi sbarrati. Si riavvolge la pellicola di un macabro film che
mostra una donna con la faccia a terra, vestiti strappati, rivoli di
sangue. Urla e pianto disperato si intrecciano con parole sconce e
risate. Tutto è distorto, tutto è ovattato. Il respiro affannato,
ansimante, l’odore nauseabondo di un corpo sconosciuto e indesiderato,
che entra dentro devastando corpo, anima e cervello.
E poi dolore, tanto. Un dolore sordo che rimane come il peggiore
degli incubi per tutta la vita. La fierezza di donna, la forza,
l’audacia, la determinazione, faticosamente conquistate, soccombono
sotto la spietata indifferenza umana, che trasforma in fango il più
nobile e sublimi degli atti d’amore. Quelle luride mani che senza
rispetto affondano in un corpo già massacrato dalle parole immonde che
accompagnano i gesti assassini. Assassini, certo. Che si uccida o meno
la vittima di violenza non ha importanza: è comunque un omicidio.
No. Non si dimentica.
Non si può dimenticare. Per il carnefice è solo un gioco. Un gioco che
serve a esorcizzare la sua inconscia impotenza, la sua atavica
debolezza, la consapevolezza di essere nulla. Ma è più forte. Ha
qualche muscolo in più, l’unica arma che sa di potere usare. E mentre
lui gioca l’altra muore. Violenza sulle donne. Tanto se ne parla. Ma quanta retorica.
Violenza sulle donne che nasce in famiglia, che continua nei posti di
lavoro, che si alimenta con disparità mai sanate. Diversi i tempi,
diversi i salari, diverse le opportunità. Tutto questo relega ancora
oggi, vergognosamente, la donna a un ruolo subalterno e la rende una
facile preda.
E tutto questo non si estirpa con “un militare per ogni bella donna italiana” come ha dichiarato Berlusconi.
“Era solo un complimento alle belle donne, io penso che in ogni occasione serva sempre il senso della leggerezza e dell’umorismo“. Si è affrettato a dire subito dopo, quando qualcuno gli ha fatto notare la gaffe: la smentita è peggio dell’affermazione iniziale.
Quanta violenza e quanto male fanno a una donna anche queste parole?
Associare la violenza, lo stupro, alla bellezza è raccapricciante. E
non c’è proprio nulla in questo caso specifico da prendere con
leggerezza o che possa ispirare umorismo.
Qualcuno potrebbe dire “il solito cattivo gusto”, anche, ma sicuramente è una grande mancanza di rispetto.
Traspare dalle parole del Premier una concezione che ci parla ancora di una “donna oggetto” (senza alcuna oratoria femminista),
da ammirare e possedere, con o senza consenso. Ma come si può pensare
di ridurre il problema della violenza perpetrata sulle donne a mera
questione di ordine pubblico? Come si può pensare che i continui abusi
sulle donne siano solo un altro ingrediente da inserire nel calderone
“emergenza criminalità”?
Dietro ogni stupro si nasconde ben altro, ed è questo “altro
nascosto” che meriterebbe interventi mirati e concreti. Ma, con tanta
amarezza, dobbiamo purtroppo constatare che le parole appena ascoltate
non accendono ancora nessuna speranza: ieri, come oggi sulla violenza
subita dalle donne si continua a fare solo tanta retorica e tanta
demagogia.
Il nano e lo stupro
(http://blog.terrorpilot.com/archives/category/il-nano-piduista)
Il
nano torna con una frase shock sulla necessità di dispiegare i militari
sul territorio nazionale per difendere l’ordine pubblico: “Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, credo che non ce la faremmo mai…“. [repubblica.it]
Cosa avrà voluto dire il premier? Cosa passava per la testa al capo
assoluto del club delle gaffe, delle cappelle, delle frasi sbagliate
dette e ritrattate con impunita sfacciataggine?
Forse voleva dire che in Italia c’è troppa figa.
O forse voleva dire che non ci sono abbastanza militari per proteggere
tutta questa figa dalle orde di immigrati assatanati. O forse voleva
dire che dato che l’Italia è strapiena di figa e ci sono pochi militari
e molti stupratori, bisogna abituarsi al fatto che ogni tanto ci sia
qualche stupro. O forse pensava che bisognasse proteggere solo ed
esclusivamente le fighe perché tanto le racchie non se le scopa nemmeno
uno stupratore.
Io non so cosa pensi il Presidente del Consiglio della Repubblica
italiana. Quello di cui sono ormai certo è che gli italiani che lo
votano non pensano affatto. Che ormai a lui è permesso tutto, persino scherzare sulla violenza sessuale.
PS il termine figa è stato volutamente usato per agevolare la lettura (e la comprensione) di eventuali elettori della PdL.
Berlusconi: Stupro indegno, mio era un complimento a belle donne
E' Veltroni che dice oscenità, gli capita di sovente
Alghero, 25 gen. (Apcom) - Lo stupro è "un
reato indegno, esecrabile". E' il leader dell'opposizione Veltroni,
"come gli capita di sovente", che dice "oscenità" replicando a
dichiarazioni che altro non erano che "un complimento alle belle donne,
perché le forze dell'ordine sono centomila e le belle donne alcuni
milioni". Parola dello stesso premier Berlusconi, che da Alghero torna
sulle dichiarazioni rilasciate stamane."Lo stupro -
sottolinea il premier - è un reato indegno, incivile ed esecrabile,
punto e basta. Se mi si domanda qualcosa come se ci fossero delle colpe
del ministro dell'Interno, io devo difendere il ministro dell'Interno
perché non è possibile pensare che uno Stato possa arrivare a evitare
certi accadimenti, che potrebbero essere evitati solo mettendo un
rappresentante delle forze dell'ordine vicino ad ogni bella donna
italiana"."Ho solo pronunciato un complimento alle
ragazze italiane - insiste il premier - che sono alcuni milioni. Se ci
sono stati uomini della sinistra che hanno speculato su una mia frase,
sono loro ad essere esecrabili e si devono veramente vergognare. Io -
prosegue Berlusconi - vado avanti a dire le cose che penso e cioè che
si tratta di un reato che dobbiamo affrontare, una cosa assolutamente
indegna. Bisogna difendere le donne"."Non si faccia
polemica su quello che ho detto - continua - e che non ha niente a che
vedere con il giudizio da dare sul reato. L'opposizione si vergogni, si
illustra sempre di più per quello che è. La sinistra che abbiamo è di
una meschinità e di una inconcludenza assoluta e totale, le loro parole
sono una grande oscenità".Berlusconi, infine, spiega
di essere in "totale disaccordo" con gli arresti domiciliari che il gip
di Roma ha concesso al giovane reo-confesso dello stupro di Capodanno
nella Capitale.
(video tratto da youreporter.it)