Dieci proposte al Governo italiano per dare una svolta alle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra e dello smog causati dai combustibili fossili. Dieci azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici e salvare il futuro del pianeta. È quello che Legambiente propone al Governo Italiano reclamando una risposta autorevole e urgente alla sfida lanciata da quella marea, colorata e gioiosa, di giovani che che oggi ha invaso il mondo.
La giornata mondiale della ribellione giovanile dei #FridayForFuture, lanciata qualche mese fa da Greta Thumberg, registra numeri impressionanti e sono un segnale importante per il futuro dell’umanità: sono milioni i giovani e i cittadini che per la prima volta si sono riversate in più di 2000 piazze di 123 Paesi per il Global Strike For Future. Una marea che ha invaso anche l’Italia, prima nazionale al mondo per numero di adesioni con 235 città coinvolte da nord a Sud della Penisola, che ha visto Legambiente in prima linea in 150 località.
«Oggi è una giornata storica per l’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. In piazza è scesa una marea di giovani che merita risposte adeguate, soprattutto da parte del governo italiano da decenni impegnato a strizzare l’occhio solo alle lobby delle fossili. Il primo sciopero degli studenti italiani sui cambiamenti climatici è una novità assoluta per chi, come noi, si batte dal 1980 per combattere i cambiamenti climatici. Siamo scesi in piazza con loro perché questa rivoluzione è già in atto e non può più attendere. Il Governo italiano azzeri immediatamente i 16 miliardi di euro di sussidi che ogni anno regaliamo alle società petrolifere».
Legambiente chiede una svolta nelle politiche del nostro paese per ridurre le emissioni di gas serra e lo smog causati dai combustibili fossili, come richiesto anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi. «Non ci sono più alibi e da subito si può partire per ridurre l’uso delle fossili per produrre elettricità, per riscaldare gli edifici, per muovere persone e merci, per le attività produttive – prosegue il presidente di Legambiente –. Le tecnologie alternative già esistono e sono presenti in ogni comune, quello che manca è soltanto una politica coraggiosa del governo nazionale, delle amministrazioni regionali e locali, delle imprese che sia in grado di diffonderle ulteriormente. Non ne sarebbero felici le aziende del petrolio, carbone e gas, ma i polmoni e il portafoglio dei cittadini e la salute del Pianeta ne beneficerebbero in modo evidente».
Per Legambiente si può intervenire da subito agevolando la fiscalità alle fonti con minori impatti ambientali e all’innovazione, eliminando le barriere non tecnologiche che oggi limitano le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile ed elettrica. Le tecnologie sono già disponibili e già installate su tutto il territorio italiano: il fotovoltaico, l’eolico o il solare termodinamico per produrre energia elettrica; il solare termico, le pompe di calore e il cappotto isolante per riscaldare o raffrescare poco e meglio case e luoghi di lavoro; la trazione elettrica o a biometano da rifiuti per spostarsi in modo più sostenibile. Da queste occorre ripartire.
Legambiente ha promosso oggi manifestazioni nelle metropoli - come a Roma, Milano, Napoli e Palermo -, nei comuni più piccoli e nei territori in prima linea contro l’estrazione di fossili da sottosuolo e fondali marini. Tra questi Potenza nella regione dove si estrae petrolio in Val d’Agri dal bacino a terra più grande d‘Europa; a Scicli nel ragusano, la cui costa è minacciata dalla piattaforma petrolifera Vega su cui è attiva una richiesta di ampliamento bocciata dalla Commissione Via ma non ancora archiviata; a Ravenna al centro nelle settimane scorse delle polemiche di enti locali, aziende e sindacati contro ogni norma per ridurre le estrazioni di idrocarburi. Ancora, a Bari e Barletta sulla costa pugliese al centro di una immensa istanza di prospezione di idrocarburi che riguarda il medio e basso Adriatico.
Ecco le proposte di Legambiente: