Gran Sasso, giorni con il fiato sospeso e poi l'amara verità: addio Massimiliano

29 Febbraio 2012   19:08  

L'anno bisestile, dicono, porta sempre sventura. 

Lo avevamo seguito, noi cronisti, come tutti gli aquilani, il caso dei dispersi sul Gran Sasso. Il ritrovamento di Paolo Scimia, 34 anni, nella notte tra domenica e lunedì ci aveva fatto sperare.

Subito dopo però è apparso chiaro che se lui era stato ritrovato mentre sul Gran Sasso era in atto un tempo "da Patagonia" (come lo ha definito il medico soccorritore del Cnsas) con quello stesso tempo sarebbe stato difficile resistere per ore.

Paolo, quando ritrovato, era ad uno stadio di primo livello di ipotermia, poi riportato a valle dai soccorritori, da subito ha incominciato a riprendersi almeno fisicamente, perché nel cuore c'era la pena: dov'è finito Massimiliano?

Con lui, Massimiliano Giusti, 37 anni era partito domenica mattina per scalare il Gran Sasso, una montagna meravigliosa, dove però, quando cambia il tempo, tutto si trasforma in inferno. E il tempo brutto è arrivato, Paolo e Massimiliano si sono persi di vista lì sulle cime del Gran Sasso. Paolo è rimasto in contatto fino al suo ritrovamento con i corpi di salvataggio. Di Massimiliano invece nessuna notizia da domenica alle 14.

Si è sperato, ma invano. Di lui in località prossima a Campo Pericoli, a quota 2.400 metri sono stati ritrovati domenica lo zaino, gli sci, la piccozza. Si può lasciare lo zaino e la piccozza quando di è in difficoltà? E se invece fosse scivolato?

Ed è stato proprio così. Massimiliano è caduto per 300 metri nella Valle dal nome evocativo, Valle dell'Inferno che scende ripidamente sul versante sud-est del Corno Grande alla base di un alto salto roccioso. 

Le ricerche erano riprese questa mattina alle ore 7 con alcune squadre di soccorso che hanno continuato a perlustrare la zona di Monte Aquila e di Campo Pericoli. Inoltre sono arrivate dalla Lombardia e dal Veneto 4 unità cinofile da ricerca in valanga del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico per supportare le unità cinofile locali del CNSAS e della Guardia di Finanza (SAGF). 

Un elicottero del Corpo Forestale dello Stato ha effettuato numerosi voli per portare le unità cinofile nella zona di Campo Pericoli dove erano stati trovati lo zaino, gli sci e la piccozza del disperso. E’ intervenuto anche un elicottero della Guardia di Finanza proveniente da Bolzano e dotato di un apparato ricevente ARTVA (Apparato Ricerca Travolti Valanga) per poter ascoltare direttamente in cabina eventuali segnali emessi dall’ARTVA del disperso. 

Durante uno dei voli di ricognizione effettuati dall’elicottero della Forestale, per allargare la zona delle ricerche, alle ore 12:30 circa è stato avvistato il corpo alla base di un imponente salto roccioso. 

Un tecnico di soccorso del CNSAS e uno del SAGF sono stati prontamente calati con il verricello. Poi sono stati subito effettuati altri due voli per portare sul posto il medico del CNSAS, un altro tecnico del CNSAS, un tecnico della Forestale e uno del SAGF a supporto per il recupero. 

ll medico non ha potuto far altro che constatare il decesso di Massimiliano, il cui corpo è stato recuperato in barella con il verricello e trasferito all’Ospedale Regionale dell’Aquila intorno alle ore 14. 

Il recupero, di elevato spessore tecnico, è stato reso possibile grazie alla disponibilità e professionalità dei piloti e specialisti dell’elicottero della Forestale di stanza a Rieti che hanno operato con condizioni critiche per il volo dovute all’ambiente oltremodo impervio e ostile. 

Anche oggi lo schieramento di soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, del Soccorso Alpino Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino Forestale è stato imponente, con oltre trenta tecnici impegnati. Importante anche il supporto fornito dal Centro Turistico Gran Sasso che ha predisposto numerosa corse speciali per i soccorritori e le sezioni di Roma e  L’Aquila del Club Alpino Italiano che hanno messo a disposizione i rifugi Duca degli Abruzzi e Garibaldi. 

Paolo e Massimiliano sono stati colti dall'improvviso mutare delle condizioni meteo, che sulle vette del Gran Sasso è sempre repentino e può mettere in difficoltà anche i più esperti. Prima di loro ad altri accadde ma la storia si sa..non insegna, purtroppo.

(a cura di Barbara Bologna)


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