Gran Sasso, venti giorni di mistero: ricerche serrate per ritrovare il 44enne scomparso

09 Dicembre 2025   19:33  

Soccorritori impegnati su creste e canaloni del massiccio con droni, corde fisse, tecnologie Recco e unità specializzate, mentre aumentano rischi e difficoltà operative.

Sono trascorse ormai tre settimane dalla scomparsa di Karol Brozek, 44 anni, cittadino polacco di cui si sono perse le tracce sul Gran Sasso. Le attività di ricerca, coordinate dalla Prefettura dell’Aquila, proseguono senza soste grazie al lavoro congiunto del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo (Cnsas), del Sagf della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco. Le operazioni hanno subìto una pausa a causa del maltempo tra il 20 e il 24 novembre, ma sono riprese con nuova intensità negli ultimi giorni.

L’ultima immagine disponibile proviene dalla videocamera dell’Osservatorio di Campo Imperatore, che ha ripreso Brozek mentre usciva dal camper con i cani Kraken e Pirat alle 8.15 del 19 novembre. Da quel momento, nessun altro segnale. Le squadre stanno concentrando gli sforzi sull’area del Corno Grande (2.912 metri), una delle zone più tecniche e impervie dell’Appennino. Nel fine settimana sono stati mobilitati l’elicottero regionale del 118, squadre altamente specializzate del Cnsas e personale tecnico specificamente addestrato per operazioni in alta quota.

In vetta sono state installate corde fisse fino a 350 metri lungo la Direttissima, la Schiena d’Asino e il canale Moriggia-Acitelli, per consentire un’esplorazione sistematica dei tratti più esposti. In campo sono stati impiegati anche i sistemi Recco, sonde da valanga e dispositivi di localizzazione, soprattutto nelle zone in cui l’orologio Garmin dell’escursionista ha registrato gli ultimi dati, tra 2.700 e 2.800 metri. Qui gli accumuli nevosi superano i tre metri e il rischio valanghe continua a crescere per effetto dell’aumento delle temperature. La recente riapertura della funivia Fonte Cerreto–Campo Imperatore ha favorito l’utilizzo di droni per estendere il perimetro di ricerca.

Alle operazioni partecipa anche Renata Sarzewicz, militare di origini polacche e amica della famiglia, arrivata in Abruzzo per collaborare con i soccorritori e mantenere un canale diretto con i parenti dello scomparso. Ha voluto ringraziare le squadre per la «grande professionalità e disponibilità» e per l’impegno quotidiano lungo le pendici innevate del massiccio.

Le indagini, inizialmente affidate al Commissariato dell’Aquila, sono ora sotto la competenza dei Carabinieri di Assergi, che continuano a ricostruire gli spostamenti dell’uomo e ogni possibile pista utile al ritrovamento.


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