I borghi distrutti del Comitatus dimenticato

23 Aprile 2010   14:25  

Parole sagge quelle del professor Alessandro Clementi, la ricostruzione dell'Aquila non può essere scissa dalla ricostruzione dei paesi del cratere sismico, del comitatus fondatore, con cui sussiste una continuità storica, culturale, e paesaggistica. La realtà presente è però più prosaica. Ad un anno dal sisma nelle decine di borghi più colpiti dal sisma, vedi Castenuovo, Tempera, Paganica, Arischia, Tussillo, Roio, San Gregorio, Poggio Picenze, Fagnano, san Demetrio, Villa Sant'Angelo, solo per citarne alcuni, la rimozione delle macerie procede a rilento o ancora non comincia. I sindaci devono approvare in breve tempo il piano di ricostruzione, ma non hanno personale sufficiente. Le casse sono vuote e il pagamento degli assegni di autonoma sistemazione è in ritardo di mesi. C'è poi un problema più generale, sollevato ad esempio dal sindaco di Montereale Lucia Pandolfi: la maggior parte delle case inagibili sono seconde abitazione di non residenti, c'è il rischio, stando alle attuali possibilità di finanziamento e vigenti normative, che molte non saranno ricostruite e riabitate e questo significherà la morte economica di quei paesi e il loro definitivo abbandono.


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