I cantieri dell'Immaginario: a Piazza Palazzo arriva Hossein Alizadeh

06 Luglio 2012   18:45  

Hossein Alizadeh viene considerato come una delle figure più importanti della musica persiana contemporanea, esemplificandone l'eccellenza.

Ha studiato il sistema di composizione classica persiana, il Radif, repertorio tradizionale trasmesso di generazione in generazione che l’Unesco ha inserito tra i capolavori del patrimonio orale e immateriale dell'umanità.

L’artista sarà a L’Aquila in concerto a Piazza Palazzo Sabato 7 luglio, con inizio alle ore 21,30 (ingresso libero) su invito della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” in collaborazione con Asiatica Film Mediale e Accademia Filarmonica Romana, come secondo appuntamento del ciclo “Le musiche dei popoli” nell’ambito del progetto I Cantieri dell’Immaginario promosso dalla Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero per i Beni Culturali e dall’Assessorato alla Cultura del Comune dell’Aquila, e realizzato dalle istituzioni culturali cittadine.

Sul palco Hossein Alizadeh con gli strumenti tar e setar, Mohssen Kasirossafar, con lo zarb (tradizionale strumento a percussione), la voce è di Raha. Per l’esecuzione sul palco ci saranno tappeti e cuscini gentilmente messi a disposizione dall’esercizio aquilano di tappeti persiani ed orientali Shahla (Via Strinella).

Il titolo dello spettacolo è “Be aftaab salami dobareh khaham dad” che tradotto in italiano significa: “Saluterò di nuovo il sole”.

Lo spettacolo è diviso in due parti. La prima parte è solo strumentale con setar e tombak. La seconda sarà una combinazione di improvvisazione strutturata e composizioni fisse in una forma musicale nota come Tasneef.

I testi delle canzoni saranno tratti da poemi di quattro poeti iraniani: Forugh Farrokhzād, Nimā Yushij, Mehdi Akhavān-Sāles e Salmaan Savoji. 
Nella musica tradizionale persiana, l’improvvisazione, “bedahe navazi”, è una composizione in tempo reale e costituisce uno dei suoi tratti stilistici più significativi.

Lungi dall’essere un esercizio virtuosistico e solipsistico, essa si pone al culmine del concetto di musica proprio della cultura persiana. Attraverso la creatività, la sensibilità, la memoria orale e la padronanza del proprio strumento, il musicista può giungere allo stile personale e inconfondibile che si manifesta nell’improvvisazione.Un concerto come questo diviene allora un’opera d’arte unica e irripetibile. 

Basato sulla presenza del pubblico e sullo stato d’animo dell’esecutore, farà apprezzare lo stile e la potenza espressiva del musicista in tempo reale.


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