I confini della dignità e la sospensione del diritto: la lezione di Rodotà

10 Maggio 2011   13:51  

''Governare per ordinanze il post terremoto aquilano è un’anomalia che ha già prodotto molti danni, a cominciare dagli abusi alcuni dei quali oggetto dell’indagine della magistratura. Il regime commissariale infatti corre il forte rischio di scivolare nell'arbitrio e nella sospensione delle garanzie.

Ad affermarlo è il professor Stefano Rodotà, giurista ex-Garante della privacy ed ex-vice presidente della camera dei deputati. Oggi a L'Aquila per una tenere una lezione nel seminario ''L'ombra del diritto ovvero la vicenda del diritto indegno'', in cui il tema della dignità umana è stata affrontata con un approccio multidisciplinare, dalla filosofia al diritto.

Il seminario prende le mosse dalla constatazione del rilievo che la Carta dei Diritti dell'Unione Europea assegna alla tutela della dignità della persona, e si propone di riflettere sull'idea stessa di dignità e sul suo rapporto con la concezione della persona umana.

La dignità è stato spiegato, viene meno quando il nostro vivere, il pensare, il morire è preso in pugno da altri, quando si offusca il confine tra tra il mondo e l'io, su cui un individuo deve poter reclamare l'autogoverno e autodeterminazione.

Stefano Rodotà sviluppa il ragionamento attraverso la Costituzione italiana, a ribadire che la certezza e il rispetto delle leggi e delle regole è il saldo baluardo della dignità umana, concetto molto vicino alla libertà all'uguaglianza.

Il seminario è stato  anche l'occasione di presentare il Trattato di biodiritto, il primo del suo genere in Italia, coordinato da Rodotà e Zatti e pubblicato dall'editore Giuffrè: un'opera che per la prima volta affronta le varie problematiche giuridiche connesse ai progressi della scienza negli ultimi decenni e alla corrispondente evoluzione della vita sociale e del sentire comune.


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