I costi della politica : veri problemi e false polemiche.

04 Aprile 2007   10:50  
La pesante situazione economica in cui versa la Regione Abruzzo, afflitta da un pesante debito di bilancio - per larga parte legato alla sanità – e i conseguenti aumenti delle tasse regionali per 140 milioni di Euro hanno scatenato su tutta la stampa locale una spietata caccia agli sprechi, veri o presunti della politica. In verità il governo Del Turco è intervenuto con sollecitudine ridimensionando le indennità di coloro che sono stati nominati nei consigli d’amministrazione degli enti strumentali della Regione, ossia di quelle aziende o agenzie che realizzano gli indirizzi ed i programma dell’ente regione nei vari settori e in qualche caso riducendone proprio il numero. A breve scadenza la Giunta regionale dovrà dare un ulteriore giro di vite ai costi degli enti strumentali, essendosi impegnata a ridurre la spesa del 10%. Resta il fatto che in una regione di 1milione e 200mila abitanti (un quartiere di Roma!) con il 70% dei comuni che non supera i 5mila abitanti ci sono 6 enti (ATO) a gestire il ciclo idrico integrato, altri 6 nel settore casa, 3 società per i trasporti per non parlare dei consorzi di bonifica, di quelli di sviluppo industriale e commissioni regionali varie. E tutti sappiamo che in Italia la moltiplicazione viene meglio della unificazione…. Ovviamente è comunque indispensabile governare la complessità del sistema dei servizi sociali erogati alla collettività e è non detto che ciò si ottenga semplicemente sostituendo un ente laddove ce ne sono sei…il problema è chiaramente più complesso, ma è altresì certo che la “politica” deve avere la capacità di esplorare nuovi assetti dell’articolazione regionale, che sappiano coniugare economicità ed efficienza. Questo il gravoso compito che attende l’attuale maggioranza in Regione. Contemporaneamente alla politica sugli enti è partita anche una campagna di stampa che ha passato ai raggi X i compensi e i benefits dei 40 consiglieri regionali, dall’indennità di circa 13mila Euro lordi, al vitalizio(leggi pensione, cumulabile reversibile) alla quale hanno diritto dopo un solo mandato, sull’onda soprattutto di un modesto aumento scattato per effetto dell’aggancio di tali indennità a quelle dei deputati e dei magistrati. Bene, su quest’ultimo aspetto ritengo che occorra fare un po’ di chiarezza. Sul vitalizio o pensione non c’è molto da dire: i fruitori sono già 103 e comporta costi elevati sul bilancio regionale, ma soprattutto è un beneficio che appare immotivato, pur all’interno del sistema di garanzie creato appositamente per tutelare, giustamente, coloro che assolvono ad una mandato elettorale. Immotivato ed eccessivo, soprattutto nelle modalità di fruizione: per averne diritto è sufficiente che il Consigliere sia stato in carica 30 mesi (che vengono equiparati ad un quinquennio); è cumulabile con altri trattamenti pensionistici ed è reversibile. Alcuni progetti di legge tesi ad abolire tale beneficio non sono mai stati discussi, neppure in Commissione. Sulle indennità, viceversa, c’è molto che non è stato detto. Si sente dire che la politica “costa”: è vero. Chi vuole fare politica va sicuramente incontro a spese ricorrenti e cospicue, che sono connesse ad obblighi istituzionali e di rappresentanza, talvolta anche spicciola e d’altra parte l’indennità deve essere tale da mettere al riparo da tentazioni e consentire a chiunque di poter affrontare le incombenze del mandato. Ciò che non è stato detto è che da troppi anni in Abruzzo, per stare a casa nostra, a tutti i livelli territoriali, si propone una classe politica per larga parte “inguardabile”, impresentabile, incapace di rappresentare gli interessi della collettività, ignara dell’importanza del ruolo che è chiamata a ricoprire, capace solo di gestire la rete di relazioni che la tengono in piedi e che le consentono di sopravvivere, in eterno, a sé stessa. I politici che rientrano in questa categoria – ognuno compili la propria lista - ovviamente non meritano neppure un centesimo dell’indennità di cui sopra. Allora l’indennità non è eccessiva in sé, ma scandalosamente eccessiva in relazione a quello che certi politici e amministratori non danno alla collettività in termini di impegno, capacità e moralità. Questo fino ad oggi non è stato detto, perché si è preferito fare demagogia e populismo a buon mercato, senza toccare le coscienze di noi cittadini-elettori, evidentemente altra faccia della stessa medaglia e corresponsabili della eccessiva presenza di cattivi amministratori nella nostra società. di Guido D’Urbano

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