I dottorandi aquilani terremotati due volte

10 Ottobre 2009   11:14  

''Fare in modo che la ricerca sia messa nelle condizioni di “andare avanti”. È questa la richiesta principale che il Comitato dei dottorandi dell’Università degli Studi dell’Aquila (148 coloro che hanno firmato) e l’Adi, l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, hanno rivolto ai massimi esponenti delle Istituzioni statali in una lettera aperta.

La missiva è stata indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, e a quello dell’Istruzione, Università e ricerca Mariastella Gelmini.

I giovani ricercatori chiedono, nella lettera aperta “un impegno concreto per garantire ai dottorandi e ai giovani ricercatori le condizioni minime che consentano loro di continuare a fare ricerca per Università de L’Aquila“.

Il disastroso sisma del 6 aprile scorso infatti, per i ricercatori “rischia di mettere seriamente a repentaglio l’Università e il ruolo che ha svolto per lo sviluppo del suo territorio”.

Molti di loro infatti si trovano oggettivamente impossibilitati a proseguire le proprie ricerche, dato che “i laboratori e gli edifici sono ancora inagibili e le risorse al lumicino”.

Alcuni dei firmatari inoltre non hanno la possibilità di rientrare a L’Aquila perché il centro che ospitava gli studenti fuori sede è stato duramente colpito dal terremoto.

Nella missiva si chiede, dunque, di “affrontare e risolvere alcune delle questioni più urgenti: alloggi sicuri a
partire da settembre, fondi e borse di studio per finanziare e sostenere le esperienze di studio e di ricerca all’estero”.

Sono richiesti inoltre “”gemellaggi con altre università e istituti di ricerca in Italia e borse di studio per i dottorandi non borsisti che saranno costretti temporaneamente a trasferirsi, nonchè per quelli che rimarranno a L’Aquila”.

COMUNICATO STAMPA ADI


Il Comitato dei Dottorandi dell’Università degli Studi dell’Aquila e l'ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani – hanno inviato in data 29 Luglio una lettera pubblica al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai Ministri della Gioventù e dell’Università e della Ricerca per chiedere loro un impegno concreto per garantire ai dottorandi e ai giovani ricercatori le condizioni minime che consentano loro di continuare a fare ricerca per l’Università dell’Aquila. Una lettera, con eguali contenuti, era stata inviata il 20 Luglio al Presidente della Regione Abruzzo e agli assessori competenti e al mondo accademico dell’Università dell’Aquila.

“Il Presidente della Repubblica” – dichiara Fernando D’Aniello, Segretario dell’ADI – “si è premurato di rispondere alla nostra lettera esprimendo la sua comprensione e solidarietà per la situazione dei giovani ricercatori dell’Aquila. Consapevole della gravità della situazione, ha voluto lui stesso segnalare ai Ministri competenti l’urgenza di un intervento a favore dei dottorandi affinché possano proseguire le proprie ricerche”.

“La lettera del Presidente della Repubblica è per noi un segnale di grande importanza. Purtroppo però ad oggi non abbiamo ricevuto nessun tipo di risposta né dal Presidente del Consiglio, né dai Ministri Gelmini e Meloni” – commenta Omerita Ranalli, dottoranda all'Università dell'Aquila – “Nella lettera avevamo chiesto un loro impegno concreto per garantire alloggi sicuri a partire da settembre, gemellaggi con altre Università e Istituti di
ricerca in Italia, fondi aggiuntivi e borse di studio per finanziare e sostenere i dottorandi e i giovani ricercatori che saranno costretti temporaneamente a trasferirsi in altre Università in Italia e all'Estero".

“Lo abbiamo fatto senza alcun’ombra di polemica, consapevoli di non voler porre le nostre esigenze prima di quelle degli altri, rispettosi dei tempi tecnici che ci sono per risolvere determinate questioni” – continua Luca Berardinelli, dottorando all'Università dell'Aquila – “Oggi però ci sentiamo più abbandonati di ieri, perché dopo due mesi sono poche le risposte pervenute e rare le azioni concrete”.

“Chiediamo ancora una volta, al fine di garantire che le ricerche dei giovani ricercatori aquilani possano proseguire, di incontrare le massime Istituzioni per individuare comunemente una soluzione alle problematiche da noi sollevate” – conclude Fernando D’Aniello, Segretario ADI – "Al dramma del terremoto, non può aggiungersi l'assenza di interventi concreti e di una efficace programmazione degli investimenti nelle politiche per i dottorandi e i giovani ricercatori. In un simile scenario ad essi non resterebbe altra strada che quella di abbandonare la propria Univeristà. Un danno enorme per il futuro del
territorio"


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