I geologi: ''Completamento della cartografia sismica è una priorità nazionale''

14 Giugno 2012   16:37  

In caso di calamita' naturali, come il terremoto, l'Italia paga in termini di prevenzione e di sicurezza per i cittadini il mancato completamento della cartografia geologica nazionale, ovvero, la base per una approfondita conoscenza, anche sismica, del territorio.

Un percorso, rimasto a meta' strada, a causa dei tagli in termini di risorse e della non sufficiente attenzione da parte della politica.

E' quanto lamentano il Consiglio nazionale dei geologi e l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Il progetto nazionale di cartografia geologica (Carg), avviato con una legge del 1988, e' arrivato ad una copertura del 40% del territorio nazionale con finanziamenti statali pari a 81 milioni di euro.

Tre quinti del territorio italiano, dunque, non hanno ancora una cartografia ufficiale aggiornata e realizzata con metodologie di studio moderne. Per completare i fogli geologici mancanti sarebbero necessari altri 200 milioni di euro nell'arco di di 15-20 anni.

Tra le poche regioni italiane con una mappatura aggiornata c'e' l'Emilia Romagna. E anche grazie a questa corretta classificazione, spiegano i geologi, ha saputo affrontare l'emergenza del recente terremoto.

Con interventi legati, ad esempio, alla microzonazione finalizzati a definire ed orientare le scelte in aree specifiche. Nei frequenti 'buchi' sulla cartina della penisola la mappatura geologica risale agli anni '70 o in alcuni territori (come la Sicilia) anche alla fine dell'800.

 "Avere una carta geologica aggiornata - ha spiegato il presidente del consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano durante una conferenza stampa a Bologna - e' fondamentale per aumentare la sicurezza dei cittadini. Non e' un progetto interno ai geologi. Per un Paese e' come avere il Servizio sanitario nazionale.

I tagli alla ricerca in questo campo e la diminuzione dei dipartimenti di geologia nelle universita' sono il frutto di una disattenzione da parte dei Governi" Sulla stessa linea il presidente dell'Ispra, Bernardo De Bernardinis, per una decina di anni anche vice capo della Protezione civile nazionale. 

"Questa societa' - ha detto - dall'Unita' d'Italia ad oggi e' stata incapace di concepire questa come una delle sue finalita' primarie. C'e' una colposa disattenzione delle istituzioni rispetto a quelle infrastrutture conoscitive, come la geologia e le scienze della terra, che sono fondamentali per un Paese. 

La geologia - ha chiarito - e' un servizio pubblico e ne parleremo con le istituzioni". Come ha spiegato il presidente della Federazione italiana di scienze della terra, Silvio Seno, il progetto di cartografia geologica non e' l'unico fermo.

A questo si aggiunge il rapporto del servizio geologico d'Italia sulle conseguenze economiche e sociali dei disastri ambientali nel Dopoguerra "non piu' aggiornato dal 1992" che aveva permesso di quantificare l'impatto dei rischi geologici "in una vittima ogni due giorni e otto milioni di euro di spesa al giorno".

Poi 'in ghiacciaia' c'e' anche il Progetto Iffi sui fenomeni franosi in Italia "non piu' finanziato dal 2007". In generale i geologi lamentano gli scarsi investimenti erogati dallo Stato per le scienze della terra. "Il valore del finanziamento destinato globalmente alle scienze della Terra - ha detto Seno - e' oggi circa un sesto rispetto a quello degli anni '80 attualizzato.

 E, in Italia, solo il 3% dell'investimento globale nella ricerca va alle geoscienze. Negli Stati Uniti e' pari al 15%".

Per la comunita' geologica italiana, il completamento della carta rappresenta anche un'opportunita' di crescita economica e sostenibile perche' "consente - ha affermato Graziano - una razionale pianificazione e programmazione degli interventi necessari al territorio". 


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