I politici abruzzesi e il mistero misterioso dei poteri forti

Il Lodo Qualunquemente

04 Febbraio 2011   13:18  

Fantasmi si aggirano per l'Abruzzo, sulle pagine dei quotidiani, nelle parole allarmate degli eletti. Sono i fantomatici poteri forti. Una setta segretissima, una Spectre arrivata chissà da dove, che si è infiltrata negli interstizi della società. Un mostro policefalo dinnanzi a cui la politica è un'indifesa e tremebonda verginella. Una cupola che impedisce ai politici onesti e di buona volontà, strenui difensori dell'interesse pubblico, di fare le riforme, di risolvere i problemi, di governare.

A disvelare la vera verità al basito popolo abruzzese è stato il commissario Gianni Chiodi, parlando alla Commissione parlamentare di inchiesta della Sanità: ''Ci sono centri di potere diffusissimi – ha spiegato - che hanno generato lobby potenti che oppongono una forte resistenza al cambiamento''

Poteri forti annidati anche nella Regione, e che fanno capo ad alti funzionari inamovibili e potenti come bramini induisti, nonostante la loro incompetenza, a volte sospetta. Nascosti nella sanità privata, ovvio, che fa i suoi interessi e cerca di mungere le casse pubbliche finché gli riesce e gli è concesso. E financo nella sanità pubblica, dove il potere forte indossa il camice di subdoli e insospettabili primari, e si ramifica nelle amministrazioni locali. Poteri forti che come rozzi feudatari del contado non vogliono il cambiamento, che sono pronti a sguainare  le spade a dar fuoco alle polveri di obici e mortai, pur di difendere le loro piccole e grandi roccaforti del privilegio.

Non si fa attendere la replica degli oppositori del Pd che con Giovanni D'Amico affermano: ''Rispetto ai poteri forti vige l'obbligo per il presidente di andare lui dalla magistratura se ne rileva la funzione nella violazione della legge''. Ed altri democrat in coro: ''Ci sono poteri forti in Abruzzo? Chiodi faccia nomi e cognomi!''

E a fare almeno un nome di un esponente di codesti misteriosi poteri forti è finora il senatore Alfonso Mascitelli. E questo nome è proprio Gianni Chiodi, in quanto, spiega il senatore dell'Idv, il commissario urla al lupo al lupo, ma sotto sotto con i poteri forti ci va d'amore e d'accordo: ''Le tariffe dei privati, ha detto Chiodi, sono state ricontrattate e corrette rispetto agli indirizzi del piano, naturalmente a beneficio delle cliniche per un disguido tecnico. Disguido tecnico, certo.... Ha omesso di dirci chi protegge chi, quali sono i politici e quali i beneficiari di questa permanenza di lobby che operano, a suo dire, contro le sue decisioni''.

E aggiunge Mascitelli: in realtà Chiodi vuole sviare l'attenzione su Lanfranco Venturoni, ex-assessore alla sanità, indagato e riproposto nell'originalissimo ruolo di suggeritore. Anche lui, suggerisce a sua volta il senatore dipietrista, ovviamente è un uomo dei poteri forti.

E la risposta di Venturoni non si fa attendere ed è scontata: ''Se mi attaccano vuol dire che do ancora fastidio ai poteri forti''. E così spiega al basito cittadino il senso di quel verbo declinato al passato: ''Io denunciai tutto ciò che di non corretto avveniva in Abruzzo, e cioè la strana collusione tra privato e pubblico, tra imprenditori della sanità e politici regionali. Sì, sono rimasto vittima della lobby delle cliniche private. Non sono stato io a scoprirla, ma sono stato certamente il primo a denunciarle. Era il 1997, sulla base delle mie dichiarazioni venne istituita una commissione d'inchiesta presieduta da Elda Fainella. Tutti sapevano di rapporti particolari tra pubblico e privato ma nessuno aveva il coraggio di andare contro certi poteri forti. Io lo feci e un giorno mi ritrovai circondato e aggredito, all'autogrill di Carsoli, dai dipendenti di una clinica privata.''

Venturoni non lo dice, ma lo si potrebbe leggere tra le righe: se sono indagato, è perché ho dato fastidio ai poteri forti. Cioè: i poteri forti quantomeno sarebbero bravi a far passare guai giudiziari a chi si mette contro di loro.

E a dare implicita seppur velenosa solidarietà alle ultime e recenti vittime dei poteri forti, Chiodi e Venturoni, sono con poca sorpresa l'ex governatore Del Turco e l'ex assessore Mazzocca. Arrestati nel 2008 nell'inchiesta Sanitopoli, per la quale sono rinviati a giudizio, con l'accusa in soldoni di aver illecitamente favorito un potere forte annidato nella sanità.

Motivo della solidarietà: ovvio e scontato. Del Turco e Mazzocca si dicono vittime anche loro dei poteri forti. Della sanità privata, degli apparati regionali, delle cordate industriali, delle gestioni commissariali. Come Venturoni si guardano bene dal dirlo, ma i problemi giudiziari, sono per loro connessi al fatto di aver toccato fili che non dovevano essere toccati.

''Sono felice che Chiodi abbia preso atto della situazione - dice al quotidiano Il Centro Ottaviano Del Turco - sta incontrando le stesse difficoltà che ho avuto io e con le quali mi sono scontrato''.

E aggiunge Mazzocca: '' Io sono stato il primo e quindi l'ultimo e l'unico a tagliare alle cliniche private posti letto, budget e tariffe. Il primo ad aver controllato le prestazioni sanitarie recuperando decine di milioni dal sistema delle cliniche private. Chiodi non ha tagliato nè un posto letto nè un euro di budget, ha smantellato il sistema dei controlli, quello della mia commissione ispettiva che ci ha permesso di recuperare 68 milioni in tre anni''.

Insomma: Mazzocca, accusato di far parte di un potere forte, accusa a sua volta un'altra presunta vittima dei poteri forti, Chiodi, perchè  favorirebbe i poteri forti, e lo dice in veste di vittima di un potere forte.

Dinnanzi a questo scenario intricatissimo e foriero di un gran mal di testa, un cittadino un po' qualunquista potrebbe dunque essere sempre più persuaso da un'originale e un po' demenziale soluzione, da un'ipotetica riforma delle riforme, che potrebbe essere denominata Lodo Qualunquemente.

Ovvero: votare, scegliere e far governare direttamente e alla luce del sole stì cavolo di poteri forti, in modo da responsabilizzarli almeno un po', e farli uscire alla luce del sole, risparmiando così i soldi per gli stipendi degli intermediari e sensali, ovvero di una classe politica che tanto è impotente davanti ai poteri forti, come un Davide con una pessima mira e una fionda difettosa, contro un cattivissimo Golia.

In questo modo, ragionerebbe il cittadino di cui sopra, si risolverebbe una volta per tutte in Italia anche il problema annoso del conflitto di interessi, della commistione tra sfera politica ed economica, tra controllori e controllati, rendendo inutili le mazzette, superfluo truccare le gare d'appalto, obsoleti reati come la concussione e l'abuso d'ufficio.

Insomma si sancirebbe, senza più ipocrisia e senza più prendersi in giro, il diritto e la liceità di fare politica per curarsi anche esclusivamente dei propri affari.

Che la nostra salute, insomma,  sia affidata direttamente ai potentati della sanità! Che i piani regolatori siano scritti direttamente dai signori del cemento! A differenza di quello che accade ora...

Filippo Tronca


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