I politici salutano Monicelli ma gli mancano di rispetto

Un ultimo addio molto polemico

02 Dicembre 2010   12:46  

Siamo alle solite, il nostro Paese non riesce a star zitto nemmeno davanti alla morte. Così, anche la morte di Mario Monicelli diventa l'occasione per creare un caso politico. La camera ardente aperta per l'ultimo saluto al grande cineasta si trasforma nello scenario perfetto per un nuovo scontro sul delicatissimo tema dell'eutanasia. Ad accendere la miccia è stato Walter Veltroni del Pd, il quale ha così commentato l'accaduto: "Mario ha vissuto e non si è lasciato vivere; non si è lasciato morire e ha deciso di andarsene".

A cogliere la palla al balzo hanno provveduto i radicali, nello specifico con Rita Bernardini, che ha fatto un invito: "Quest'aula dovrebbe riflettere su come alcune persone che non ce la fanno ad andare avanti sono costrette a lasciare la vita invece di morire vicino ai propri cari con la dolce morte". Naturalmente, la deputata Udc Paola Binetti non poteva non replicare a simili affermazioni: "Basta, per piacere, con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati, perché Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici e il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà.".

Dunque, il Parlamento italiano non ha nulla di meglio a cui pensare, se non alla morte di un (grande) uomo stanco di vivere, dopo essere arrivato alla veneranda età di 95 anni. In un periodo di proteste anche estreme, con persone assiepate sui tetti o in lotta continua con le forze dell'ordine, i nostri politici non hanno nulla di meglio da fare se non accanirsi sulle scelte di un individuo libero, scevro da qualsiasi condizionamento.

Personalmente, la penso come Napolitano: "Monicelli se n'è andato con un'ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare". E aggiungo: un Paese che non rispetta i morti, è un Paese poco civile.

Addio, Mario. Riposa in pace.

Francesco Balzano


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore