Il 25 aprile e quel filo che lega resistenza e ricostruzione

Intervista a Walter Cavalieri

25 Aprile 2012   07:44  

''Ogni epoca ha la sua resistenza. C'è stata una resistenza contro la fame, la crisi, l'emigrazione. La resistenza significa infatti impegno civile, dedizione, che può arrivare al sacrifico estremo. Questa parola, resistenza, andrebbe perciò non circoscritta solo agli eventi del '43-'45, ma andrebbe vissuta in senso più ampio, come la forma più alta di impegno civile che si possa esprimere. 

Anche oggi  a L'Aquila si può parlare dunque di valore della resistenza, perchè un terremoto è un po' paragonabile alla guerra, in termini di distruzione ma in termini morali, perchè provoca anche una chiamata all'impegno civico.  

Ma questo se vuole avere successo, presuppone l'unità della popolazione, un'intesa su cosa sia il bene della città. E dunque la ricostruzione fisica e materiale è possibile solo anteponendo ad ogni altro obiettivo il bene comune rispetto ai beni privati, all'egoismo e alle speculazioni''.Questo uno dei passaggi dell'intervista alo storico aquilano Walter Cavalieri sul valore della resistenze e del 25 aprile.  

Nell'immagine: una stanza del complesso di Collemaggio dove i nazisti e i fascisti locali imprigionavano, torturavano e uccidevano i prigionieri tra cui tantissimi aqulilani.


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