Il Natale amaro dell'Aquila e il miracolo mancato

28 Dicembre 2009   14:38  

Il gesto violento di un quarantaduenne affetto da tempo da turbe psichiche gli ha impedito di tenere fede all'impegno preso, ma in un modo o nell'altro è riuscito a far sentire la propria presenza. E così, per mezzo di una telefonata, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha partecipato a distanza alla cena della vigilia di Natale organizzata presso la caserma della Guardia di Finanza a Coppito.

"Siamo riusciti a mantenere le promesse che avevamo fatto sulle bare delle vittime". "A tutti coloro che hanno perso case è stata assicurata una sistemazione sicura e confortevole". Sono i due passaggi più importanti del suo "augurio telefonico". Affiancati dai toni ancora più trionfali usati nel colloquio con il direttore del Giornale Radio Rai Antonio Preziosi: "All'Aquila abbiamo realizzato un miracolo. Questo miracolo che ha permesso di dare le case a tutti coloro che le avevano perse e cioè aver creato dal nulla una città di oltre 30 mila abitanti in pochi mesi".

Le cifre annunciate in questi giorni dal premier non si discostano affatto da quelle proferite il 15 settembre negli studi di Porta a Porta. Ma si discostano dalla realtà.

La frase pronunciata solennemente in presenza di Bruno Vespa, "35 mila persone entro dicembre in ville e appartamenti completamente arredati e ricchi di comfort", si traduce oggi, in termini reali come segue: 17.500 abitanti sparsi tra alberghi e case requisiti dalla Protezione Civile in tutta la regione, 16 mila in sistemazione autonoma, nella maggior parte dei casi fuori città e fuori provincia e circa 22 mila abitanti nelle proprie case ancora lesionate in attesa di avviare i lavori di ristrutturazione.
Sono solo 12 mila i cittadini della provincia dell'Aquila che oggi popolano "gli appartamenti" (le palazzine del piano C.A.S.E.) e "le ville" (i moduli abitativi in legno, MAP). Un terzo del numero promesso e ribadito senza alcun timore di repliche o appunti ancora oggi.
Il tutto secondo i dati ufficiali (sistemazione e MAP/CASE) della Protezione Civile pubblicati il 23 dicembre.

Il 2 settembre scorso Guido Bertolaso prometteva: "I 18.000 aquilani che hanno avuto la casa inagibile saranno sistemati nelle nuove case antisismiche" e, per quanto riguardava i tempi della costruzione di MAP e CASE, allo scopo di estirpare ogni dubbio su rapidità ed efficienza del piano, aggiungeva: "A dispetto delle critiche siamo nel rispetto dei programmi". Che allora significava: MAP e CASE per tutti i titolari di case E, F o in "zona rossa" entro fine novembre.

Ad oggi, oltre 12 mila persone, titolari legittimi di un posto "nelle ville" di Berlusconi e Bertolaso da oltre un mese, hanno passato la vigilia ed il giorno di Natale in sistemazioni precarie, in case di parenti ed amici o, nei casi peggiori ma non per questo meno frequenti, in abitazioni fuori dalla provincia.

Tutto questo senza considerare il cospicuo numero di abitanti titolari di case classificate B o C (quindi abitabili dopo ingenti lavori di ristrutturazione).
Il 6 giugno scorso, quindi oltre 6 mesi fa, con l'ordinanza numero 3779, il Presidente del Consiglio determinava le norme che avrebbero definito le procedure per i lavori di ristrutturazione di case non completamente distrutte (ovvero anticipo dei pagamenti da parte dei residenti e rimborso successivo da parte di Fintecna e consorzi associati, attraverso sistemi rateali o credito d'imposta).
Tre mesi più tardi, una circolare firmata dal vicecommissario del D.P.C. Bernardo De Bernardinis consentiva ai cittadini stanchi di abitare in tende o in alberghi lontani centinaia di chilometri dalla propria abitazione, di ottenere, una volta avviati i lavori, una "agibilità in corso d'opera" per poter tornare a vivere nelle proprie case seppure in presenza di profonde lesioni ancora da sistemare.

Stando alle ultime cifre relative al mese di decembre, su 5843 domande presentate per i contributi da ristrutturazione solo 930 risultano essere quelle evase dai consorzi occupati della gestione dei fondi, Reluis e Cineas (cifre che il Vicepresidente del Consiglio Regionale abruzzese, Giorgio De Matteis, colloca molto più al ribasso).
Le altre 4900 famiglie, pronte a rientrare a casa e far partire i lavori di ristrutturazione, oggi sono in attesa di qualcosa di oscuro (forse dei fondi che tardano ad arrivare). Ed assieme alle altre famiglie sparse tra alberghi teramani e pescaresi, caserme della provincia e case racimolate in ogni angolo della regione, in queste ore festeggiano un Natale a distanza e, con esso, il miracolo che non c'è.


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