Il Palio di Siena: fra tradizione e critiche

Il Palio è la manifestazione piú importante che viene organizzata dalla cittá di Siena ogni anno in due date estive: il 2 luglio ed il 16 agosto. Raramente le giornate vengono cambiate, a meno che non sussista una ragione davvero valida, come nel caso del Palio di agosto 2015, rinviato di un giorno per maltempo. Il Palio è diventato un simbolo, un evento tanto atteso dai senesi - e anche da molti italiani - quanto odiato dagli animalisti. Una manifestazione che non rientra nel campo dell’ippica tradizionale, come quella che si puó trovare in un operatore come Stanleybet, ma che unisce tradizione, usanze e pratiche, contornate da una buona dose di critiche e polemiche. 

La storia del Palio di Siena

La storia del Palio di Siena si puó far risalire addirittura al 1200, anno in cui giá si hanno le prime testimonianze di una corsa di cavalli. Solamente nel Medioevo peró, quando Siena diventa una delle cittá piú ricche d’Europa, il Palio diventa un tipo di evento molto simile a quello che è oggi. Inizialmente questa corsa di cavalli era disputata solamente dai nobili. Solo successivamente, nel Rinascimento, i signori lasciarono il posto ai fantini ed, in seguito, si strutturó il Palio intorno alle Contrade. Nel Settecento venne introdotta la seconda data del Palio, oltre a quella di luglio, ed il 16 maggio 1721, venne ufficializzata la regolamentazione definitiva, valida ancora oggi.
Il Palio di Siena è anche chiamato “carriera” e si svolge in Piazza del Campo. Vi partecipano 10 Contrade su 17 totali: sette di queste sono quelle che non hanno corso l’anno precedente, le altre tre vengono estratte a sorte. La corsa vera e proprio viene anticipata da 6 prove, in cui i fantini provano il percorso e pensano alla strategia da adottare durante la corsa ufficiale. La strategia molto spesso puó anche non essere pensare alla propria vittoria, ma tentare invece di aiutare le Contrade “amiche” a discapito di quelle “nemiche”. Per una Contrada, infatti, non c’è niente di peggio che veder vincere la “nemica”. Durante il Palio, i cavalli devono compiere tre giri della piazza, un percorso in parte pericoloso, dove spesso possono avvenire cadute ed incidenti, anche gravi. Questo è anche un motivo di pesante critica alla manifestazione. Il primo cavallo che taglia il traguardo, anche senza fantino, dichiara la Contrada vincitrice. Il premio è il cosiddetto “Drappellone”, una tela disegnata da un artista che cambia ogni anno e che verrá esposta nel museo della Contrada vincitrice. 

Il Palio di Siena: critiche e polemiche

Le associazioni animaliste, soprattutto la LAV - Lega Anti Vivisezione, sono i maggiori oppositori al Palio di Siena e combattono assiduamente per la sua abolizione. Secondo i numeri sono addirittura circa cinquanta i cavalli morti nell’arco di dieci anni, l’ultimo dei quali Periclea, feritasi proprio durante una corsa in Piazza Campo e soppressa a causa delle complicazioni. Oltre a questo, bisogna ricordare che questi animali sono sottoposti ad allenamenti continui ed intensi e, spesso, vengono dopati per aumentarne le prestazione, riducendone peró l’aspettativa di vita. 

Di contro c’è chi risponde affermando che i cavalli sono regolarmente monitorati dai migliori veterinari che conoscono nei dettagli la loro storia clinica. Inoltre, gli allenamenti vengono svolti su un percorso similare a quello del Palio, permettendo a questi animali di prepararsi adeguatamente. Al Palio è presente un’ambulanza dedicata solamente ai cavalli e che, in caso di incidente, vengono curati o riportati in stalla prima ancora che il fantino stesso venga portato al pronto soccorso. E ancora, se il proprietario volesse liberarsi del cavallo, esiste una “pensione” in cui questo viene accolto per trascorrere tranquillamente il resto della sua vita, senza piú corse o palii. 

Il Palio di Siena rimane e rimarrà sempre una manifestazione affascinante da un certo punto di vista, ma terribile da un altro. Voi da che parte state?