Il Partito democratico apre all'Udc

Brutti all'assemblea dei coordinatori dei circoli

07 Febbraio 2009   10:49  

"Noi lavoriamo per costruire un'alleanza quanto più larga possibile". Lo ha detto Massimo Brutti Commissario regionale del Pd, a margine dell'assemblea regionale dei coordinatori di circolo del Pd abruzzese, in corso a Pescara, manifestando la volontà di tenere "porte aperte all'Udc". "Ieri - ha detto Brutti - abbiamo avuto un incontro di tutti i responsabili dei partiti che hanno condotto assieme la battaglia per le elezioni regionali, c'é un'intesa sui programmi e adesso vediamo se questa coalizione si può allargare. Io credo che tutto quello che si può fare è spostare forze moderate e toglierle alla destra è utile, soprattutto in questo momento difficile per la vita del paese. Assistiamo in questi giorni - ha sottolineato - ad uno scontro istituzionale senza precedenti, voluto a freddo dal presidente del Consiglio contro il Quirinale, contro la Costituzione e allora proprio per questo c' è bisogno di una coalizione ampia di forze democratiche, di diverso orientamento che indichino al paese un'altra via, una via diversa da quella della destra". Per il commissario del Pd con l'Udc "si deve stabilire, se si stabilirà, un'intesa trasparente, chiara, leale. Deve riguardare l'insieme delle forze che trovano un punto in comune". "Insomma - ha proseguito - non ci sono rapporti preferenziali, ma dobbiamo costruire l'alleanza tutti insieme. Di fronte a una destra irresponsabile, tutto quello che si può fare per costruire un'alternativa seria va fatta con il massimo impegno". Brutti ha dichiarato che sarà lui a traghettare il Pd verso le prossime elezioni in Abruzzo. "Io spero - ha sottolineato - di fare presto, di assolvere presto il mio compito. Vorrei costituire un nuovo organismo regionale, promuovere un gruppo dirigente nuovo, prevalentemente fatto da persone giovani perché noi dobbiamo puntare sul futuro". Per il commissario "i fatti dell'ultimo anno hanno ferito il Pd". "Credo - ha affermato - che sia stato sbagliato dopo il 14 luglio tacere, non chiamare i militanti, gli amministratori ad un impegno nuovo, non infondere fiducia, non fare leva sull'orgoglio che è pure giustificato". Brutti ha quindi ribadito che è stato un errore "rimanere in silenzio, attoniti. Insomma poi ci siamo ripresi, ora stiamo lavorando e si riparte".


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