Il Pd pescarese si ribella ai giudici e alle abiure romane

Lettera aperta del Cosiglere Del Vecchio

04 Marzo 2009   16:27  

Il connsigliere del Pd di Pescara, Enzo Del Vecchio, ha scritto una lettera aperta:

Preg.mi Onorevoli,

ho atteso per lungo tempo che la coscienza politica degli eletti abruzzesi al Parlamento nazionale spendesse una sola parola riguardo alle vicende giudiziarie che hanno investito il Comune di Pescara, dove sono orgogliosamente Consigliere, ed il Suo Sindaco D’Alfonso e che hanno portato allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale.
Invece, silenzio. Tombale direi se non fosse stato per qualche sussulto straniero, vedi dichiarazioni di Cacciari, Violante o Mancino, ma solo all’indomani di un dettagliato resoconto fatto dalla stampa, e non solo locale, che portava l’On. Violante ad affermare: "Non sussistevano le ragioni per le quali è stato arrestato il sindaco di Pescara - dice Violante - credo ci voglia molta prudenza perchè è caduta un’amministrazione per ragioni, a quanto pare, insussistenti. Serve prudenza e una valutazione seria dei dati che va fatta nei confronti di tutta la magistratura".
Il Partito Democratico aveva finalmente trovato il grimaldello che gli consentiva di riprendere un dialogo parlamentare sulle delicate problematiche legate alla giustizia e che, per troppo tempo, erano state eluse per il solo motivo di non dover dare ragione all’odiato diabolico nemico “Berlusconi”.
E invece l’”arrogante” D’Alfonso, immagino solo al fine legittimo di assicurare un percorso democratico alla Sua Comunità fino a nuove elezioni, sostituiva l’istituto delle dimissioni con quello dell’impedimento – istituto previsto dalla legislazione italiana e, quindi, accettato dal Ministero dell’Interno - scatenando così l’ira funesta della nomenclatura romana del PD, privata del cavallo di Troia per un confronto “con prove” con la magistratura ora, invece, brutalmente vilipesa dall’atteggiamento del D’Alfonso.
Nelle stanze romane del Partito Democratico raccontano che si sia levata altissima l’abiura: muoia D’Alfonso con tutti i suoi amici pescaresi. E visto l’affronto che abbiamo dovuto subire, imponiamo al Commissario regionale del Partito di non avere contatti con quel che resta dell’amministrazione cittadina ed avviare la fase di rinnovamento della classe dirigente a cominciare dall’età anagrafica. Chissà perché poi tutti quelli che si pongono l’obiettivo di rinnovare anagraficamente risultino essere sempre dei vecchi dinosauri.
In questo clima politico continua l’azione della magistratura, iniziata già dal 2006, e che ancora oggi e con maggior vigore centellina provvedimenti e perquisizioni alla ricerca di possibili reati da poter attribuire alle decine e decine di persone che risultano essere indagate e che fanno sfigurare anche il più mafioso dei comuni italiani.
Un’azione giudiziaria che non esito a definire ingiusta e persecutoria e che di fatto ha posto sotto sequestro ogni atto di questa amministrazione, dai programmi urbanistici – mai approvati diversamente da quanto accaduto precedentemente – a ogni singola opera pubblica. Si è scandagliato l’Ente non forti di una notizia di reato ma con la tecnica oramai nota delle intercettazioni telefoniche: si è buttata la rete a strascico e si è atteso che qualcosa venisse raccolto per poi iniziare quella azione che verosimilmente non vedrà, a breve, una conclusione.
Vedete preg.mi Onorevoli, il clima di tensione che si vive nella nostra Città è talmente alto che un quisque de populo come me – immune dalle guarentigie attribuite dalla legge come per Voi Parlamentari, ma anche per quei magistrati che a volte incorrono in errori giudiziari – arriva ad usare un simile tono nei confronti di una grande Istituzione come quella della Magistratura che tutti dovrebbero guardare con rispetto ma che invece, ultimamente, viene percepita sempre meno come sinonimo di garanzia di legalità ed imparzialità come invece dovrebbe e come il Parlamento Italiano da Voi rappresentato dovrebbe assicurare.
Se poi questa azione giudiziaria è preceduta e alimentata da una certa stampa, non so quanto politicizzata ma sicuramente preconcetta, che può far libero sfoggio di notizie coperte da segreto istruttorio, per sua stessa ammissione, allora la misura colma.
Ho deciso di getto di scrivere queste righe, mortificato dalle lungaggini giudiziarie che investono il Comune di Pescara e da quanto accaduto a tre dirigenti dello stesso Comune, e ai loro congiunti, che questa mattina si sono ritrovati in casa uomini delle forze dell’ordine incaricati di consegnare avvisi di garanzia e procedere a perquisizioni perché indiziati di reati per l’appalto delle aree di risulta.
Da internet: spesso ricorrono frasi e parole ripetute come fossero formule magiche o liturgiche, di fronte alle quali si manifesta un forte disorientamento e una difficile comprensione. Si abusa di espressioni come "registro degli indagati, avviso di garanzia, atto dovuto", che spesso hanno per l'opinione pubblica il sapore di vere e proprie condanne preventive.
L'iscrizione nel Registro degli indagati è la comunicazione inviata a una persona interessata da una denuncia, pervenuta alla Procura della Repubblica o da qualche atto che ipotizza un reato, tutto da accertare e provare.
Tutto perfettamente in linea con l’immediata posizione assunta dal segretario provinciale di A.N. che rivendica come la magistratura abbia raccolto le denunce dell’opposizione comunale che in più occasioni avevano sollevato dubbi sulla procedura di gara. Procedura, peraltro, validata dalla giustizia amministrativa che ha rigettato i ricorsi di quanti si opponevano con le stesse motivazioni sollevate dall’opposizione.
Mi si dirà che questa è una procedura di tipo penale: sono ansioso di vederne l’esito e allora credo che queste righe rimbomberanno nelle orecchie di quanti hanno voluto strumentalizzare per fini politici un’azione servita solo a far del male alle persone.
Ebbene egregi Onorevoli, mentre la magistratura procede nel proprio compito che mi auguro, ma non ci spero più di tanto visto l’andazzo che si è preso, possa concludersi nel più breve tempo possibile, e lasciamo perdere le solite formulette che c’è bisogno del giusto tempo quando il male italiano della giustizia è rappresentato proprio dal tempo illimitato che l’azione giudiziaria impiega, non ritenete che sia il caso di intervenire, per il ruolo che rivestite per sollecitare quei tempi certi della giustizia senza che si debba paradossalmente ringraziare il Sen. Pastore (artefice di decine di denunce contro) per il suo intervento in tal senso; non ritenete di dover far sentire la Vostra voce su quanto comunque è stato fatto a Pescara e rivendicarne anche Voi gli aspetti largamente positivi?
I cittadini pescaresi, in attesa che vengano accertate eventuali responsabilità di singoli, non hanno comunque dimenticato che la città si è trasformata; che la si è resa viva e vitale come non succedeva da lunghi decenni.
Possibile che si sia pronti a rivendicare amicizia e comunanza politica con il personaggio del momento, e per molti anni D’Alfonso è stato corteggiato e lusingato per le sue straordinarie doti politiche e amministrative, ma con altrettanta velocità si è pronti ad abbandonarlo al proprio destino al primo momento di difficoltà?
Qual è la politica che deve essere riformata: quella umana che accoglie e sostiene i soggetti sia nel momento della notorietà, con possibilità di portare consenso elettorale, e nel momento della difficoltà o quella gretta e meschina fatta da uomini che pensano solo al proprio interesse mascherandolo dietro quello superiore del Partito?
Solo un folle come me che ha sempre ritenuto la politica lo strumento ideale per lavorare nell’interesse degli altri poteva lasciarsi andare a queste riflessioni e a non ascoltare quanti in queste ore hanno cercato di farmi recedere da questo proposito: non puoi attaccare i magistrati ti si ritorcerà contro; lascia stare gli Onorevoli quelli stanno a Roma e noi saremo più isolati.
Mah. Personalmente vorrei continuare a fare questa mia politica e soprattutto voglio continuarla a fare anche con la consapevolezza di compiere qualche reato come quello di essere amico di D’Alfonso, Dezio, Dandolo, Di Biase, Pescara, ecc.. e di tutte quelle persone con le quali ho condiviso un percorso politico-amministrativo entusiasmante e che eventuali loro responsabilità, perseguite dalla magistratura, sono tutte da accertare.
Onorevoli parlamentari, se posso rischiare io senza immunità di essere coerente con l’impegno civico assunto con i cittadini, provate ad esserlo anche Voi chiedendo a gran voce alla magistratura di fare il proprio dovere, senza perdite di tempo, e confermare a quella classe politico-amministrativa pescarese la Vostra vicinanza e gratitudine per quanto fino ad ora fatto e per tutto quello che potranno ancora fare, già dai prossimi appuntamenti elettorali: magistratura permettendo.


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