Un capitolo del libro di Selvaggia Lucarelli, "Il vaso di Pandoro", svela testimonianze scioccanti di ex dipendenti delle aziende legate a Chiara Ferragni. Tra queste, spicca quella di Giulia, una giovane madre che ha lavorato nell'azienda The Blonde Salad durante la sua gravidanza, rivelando condizioni di lavoro precarie e sfruttamento evidente.
Giulia, citata nel libro sotto falso nome per proteggere la privacy, ha raccontato di essere entrata in stage nel 2019 e di aver lavorato fino al 2022 per il sito di The Blonde Salad a Milano, ricevendo uno stipendio irrisorio di 300 euro al mese per 8 ore di lavoro al giorno. Tuttavia, nonostante il lungo periodo di stage, non ha mai ricevuto una formazione adeguata e si è sentita trattata come una dipendente non retribuita.
Quando le è stato offerto un contratto di collaborazione a partita IVA a 1500 euro al mese, Giulia si è resa conto di essere sfruttata senza alcuna protezione lavorativa. Anche durante la gravidanza, le è stato chiesto di continuare a lavorare senza diritti e tutele adeguate. In seguito, le è stata proposta una posizione da manager editoriale a 1600 euro al mese, ma senza rimborso spese e con condizioni poco chiare.
L'analisi di Charlotte Matteini sul video sui social ha evidenziato come Giulia fosse stata costretta a lavorare in condizioni ingiuste e discriminatorie, con un trattamento inadeguato rispetto al prestigio dell'azienda. Questa testimonianza solleva interrogativi sulla gestione delle aziende di Chiara Ferragni e sulla responsabilità dell'alta direzione nel garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti i dipendenti.
La brava @CharlyMatt parla di un contenuto importante del mio libro Il Vaso di Pandoro, e cioè la testimonianza di Giulia, una ex dipendente di TBS, la società di Chiara Ferragni. Che spiega bene come il femminismo e l’ empowerment femminile fossero perfetti per gli slogan delle… pic.twitter.com/H9EuvzuM5O
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) May 15, 2024