Il WWF denuncia un nuovo prelievo di sabbia nella zona del fratino a Pescara

«Dalle pubbliche amministrazioni l’ennesima grave disattenzione per l’ambiente»

21 Maggio 2018   13:39  

Un prelievo di sabbia autorizzato dalla Regione per il ripascimento morbido di alcuni stabilimenti della riviera sud: sarebbe questa la motivazione dell’ennesima aggressione al Parco naturalistico dell’ambiente della sabbia e delle dune che il Piano demaniale comunale individua nella zona della Madonnina, a ridosso del molo nord del porto-canale di Pescara. Questa mattina sono comparsi i mezzi meccanici di una ditta privata che sono già, tanto per non lasciare speranze, entrati in quella che è ormai nota come la spiaggia del fratino. È qui infatti che il piccolo trampoliere si rifugia, cerca cibo (gli ultimi avvistamenti di due coppie in foraggiamento sulla battigia risalgono appena alla settimana scorsa) e nidifica. Anzi dovremmo dire “nidificava” perché dai numeri importanti degli scorsi anni quando si era arrivati a contare anche una decina di nidi per stagione, si è passati a due soli, entrambi con esito negativo, nel 2017. Quest’anno, con l’arrivo delle ruspe, potrebbe andare anche peggio. La “fuga” del Charadrius alexandrinus è più che comprensibile: un altro prelievo di sabbia pochi anni fa, i fuochi d’artificio per la festa di Sant’Andrea sparati proprio a ridosso delle dune, cani e gatti vaganti, il cantiere per la diga soffolta, e ora di nuovo le ruspe proprio nel pieno della stagione riproduttiva…

Il WWF esprime amarezza per la scarsa considerazione che le pubbliche amministrazioni continuano a dimostrare nei confronti della tutela dell’ambiente e chiede di evitare il prelievo o quantomeno di rispettare la duna che faticosamente si è rinaturalizzata in questi anni. Se proprio non si può evitare, il prelievo dev’essere comunque almeno anch’esso “morbido”, limitato nelle quantità e fatto con intelligenza: c’è l’area del cantiere per il porto appena liberata e nella quale si può intervenire senza creare ulteriori danni al sistema dunale. Può essere questa la strada per limitare i danni nell’immediato. Per il futuro occorre individuare altre zone di prelievo, preferendo aree già antropizzate e nelle agire comunque sempre ben prima della primavera e dell’estate.



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