Il Wine Glass è costato 1,2 milioni,ma Pescara non ne è proprietaria

Toyo Ito potrebbe realizzarla ovunque altrove

24 Febbraio 2009   14:44  

Il Comune e la città di Pescara non sono proprietari dei diritti sul calice "Huge Wine Glass" che restano all'artista giapponese Toyo Ito, nonostante per la redazione del progetto sia stato pagato. Lo hanno affermato il capogruppo del Pdl al Comune di Pescara Luigi Albore Mascia e il consigliere comunale Pdl Marcello Antonelli al termine della seduta della Commissione consiliare Vigilanza convocata oggi sul problema. Per il Pdl quindi l'artista potrebbe far realizzare copie del 'bicchiere' in qualunque altra piazza. "Le carte prodotte dai dirigenti comunali non riescono a fare luce su una vicenda che manca di atti fondamentali - hanno detto Albore Mascia e Antonelli -. Non è chiara la convenzione stipulata dal Comune con la Banca Caripe, nella quale si legge che il Comitato esecutivo della stessa Banca ha 'deliberato di accogliere la richiesta del Comune di Pescara di acquisto dell'importante opera d'arte per un importo massimo di 250mila eurò. In nessun punto della convenzione si specifica però che il pagamento di quella somma ha reso la Banca proprietaria solo del 20% del 'calice' e non dell'intera opera". "Non è chiaro - dicono ancora gli esponenti del Pdl - il rapporto esistente con la Lafarge che non ha mai sottoscritto un atto notarile o una scrittura privata con cui cedeva la proprietà dell'opera al Comune e alla città; nel merito esisterebbe solo una scrittura tra la Lafarge e la Clax Italia (che ha realizzato l'opera) che però non ha visto attore protagonista la stessa amministrazione comunale. Di fatto, ancora oggi, non sappiamo chi ha materialmente commissionato la realizzazione dell'opera, chi ha materialmente ordinato alla Clax Italia di procedere con la costruzione del 'calice', atto fondamentale in caso si aprisse un contenzioso giudiziario tra Comune e Clax sulle responsabilità del cedimento del 'calice': solo il committente dell'opera o il proprietario avranno infatti la legittimazione attiva ad agire nei confronti della Clax". "Il Comune di Pescara però è privo di tutela in questo caso, non avendo mai acquisito con un atto ufficiale la proprietà del manufatto e gli stessi dirigenti comunali interpellati hanno confessato di non sapere chi abbia commissionato l'opera". Ma le carenze emerse oggi in Commissione Vigilanza, come hanno ribadito Albore Mascia e Antonelli, "sono anche altre: quando la Clax ha riconsegnato il Wineglass non ha dato al Comune un certificato che attestasse anche la conformità e la piena corrispondenza dell'opera al progetto originario realizzato e proposto da Toyo Ito e pagato dal Comune che, dal canto suo, non ha stipulato un'assicurazione contro danneggiamenti e atti vandalici sul 'calice'".

 

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