Riceviamo e pubblichiamo tal quale un comunicato stampa arrivato dal Comune di Chieti. E' l'interrogazione di un consigliere, del quale ci resta anche difficile comprendere il nome. Scritto a mano, in sapiente stampatello, un pò vintage. Ci ha ricordato i lontani tempi degli amanuensi cistercensi, che copiavano le opere di Aristotele al lume di candela, o i cari vecchi scrivani che sul loro tavolino in piazza, aiutavano i nostri bisnonni a vergare sulla carta una lettera d'amore, un atto di compravendita o il testamento.
Per carità, niente di male, anzi, nell' usare la penna biro al posto del computer, nel riscopre la scrittura manuale, abilità rivalutata recentemente da autorevoli intellettuali e pedagogisti. Quello che conta poi sono i contenuti.
Sorge però il sospetto che il digital divide ( non avere accesso a internet o non saper distinguere un pc da un forno a microonde) non riguardi solo le aree montane o i pensionati, ma anche gli uomini politici.
Non giovanissimi nella media, non pochi nostri rappresentanti, sono inabili ad inviare una mail. Se gli parli di tg on line e di diretta streaming ti senti rispondere: " E dove abito io si prende?". Se gli chiedi qualcosa sulle opportunità offerte alle pubbliche amministrazioni dal web 2.0 e dai social network , ti guardano qualche istante con aria assente e poi cambiano discorso.
Non sarà sicuramente questo il caso, il mittente non avrà avuto semplicemente a disposizione un pc. Però lo ringraziamo di averci dato la possibilità di sottolineare la problematica. E pazienza se in redazione sarebbe servito un etruscologo per capire che diamine c'era scritto nella missiva.
FT