Il consigliere, il senatore e le camicie "ad personam" da Bellicoso

24 Settembre 2011   10:36  

Metti una giornata fitta di impegni. Un appuntamento dopo l'altro. Tagli del nastro, pubbliche relazioni, comparsate. Frivolezze, all'atto pratico, ma che per un politico sono immancabili. Ma, talvolta, estenuanti.

Così, mentre alla nuova sede della Corte d'Appello dell'Aquila finiscono di parlare il presidente Giovanni Canzio, il ministro Altero Matteoli, il sottosegretario Gianni Letta, il vice presidente del Csm Michele Vietti, dalla folta platea di togati e non, si sfilano il consigliere regionale Luca Ricciuti e il senatore Filippo Piccone.

Troppo forte, per loro, la tentazione di fare un salto dallo storico camiciaio aquilano, che dopo il terremoto si è ricollocato proprio a due passi dalla nuova sede della Corte, ricavando il laboratorio in un capannone al centro del nucleo industriale.

Così, si va. “Che sarà mai, prendiamo due misure, il tempo di scegliere la stoffa, e poi andiamo”, avranno pensato i due.

Ma mentre il consigliere e il senatore avevano la fettuccia di Pierluca Bellicoso al collo, il corteo “presidenziale” del ministro inizia a muoversi, destinazione: un'altra inaugurazione, quella della sede del Pdl.

Arrivano, alla spicciolata, Altero Matteoli, subito seguito da Gianfranco Giuliante, quindi il presidente della Provincia Antonio Del Corvo. Senza riflettere troppo su chi c'è e chi manca, inizia la conferenza stampa, con dietro al tavolo giuste giuste tre sedie.

Più tardi, arrivano Ricciuti e Piccone, senza il minimo imbarazzo, anzi, quest'ultimo accolto dal ministro con un “Ciao, senatore” che lo fa sentire più importante di Matteoli, e con Giuliante che fa il padrone di casa cercando ed offrendogli una sedia.

Subito dopo, la confessione pubblica: “Eravamo lì vicino, io e Luca non potevamo non fare un salto da Bellicoso”.

(MS)


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