Il ministro Barca sprona i terremotati: abbiate fiducia, non gufate contro voi stessi

Contestato Gianni Letta

21 Marzo 2013   13:33  

Non è arrivato il ministro Fabrizio Barca, come si era bonariamente ironizzato, al seguito di bulldozer, muratori e con una cazzuola in mano, per imprimere alla ricostruzione un colpo d'ala in concomitanza della primavera.

Ma con numeri e e grafici e soprattutto con una carico pieno di ottimismo e salutare determinazione.

''L'Aquila e il cratere - ha spiegato Barca nell'aula magna della nuova facoltà di scienze della Formazione - potrà essere ricostruita in 8-10 anni, quando in in Friuli ci sono voluti 15 anni e in Umbria e Marche 13. Serviranno risorse aggiuntive di circa 10 miliardi di euro''.

E ribadisce poi che la ricostruzione è una priorità nazionale e soldi per ora ci sono, riferendosi ai 2,2 miliardi assegnati dal Cipe e che attendono, per essere usati - per quanto riguarda il comune dell'Aquila -  l'approvazione del crono-programma in cui è scritto dove si deve partire prima e dove aspettare anche tre anni.

''Il prolbema qui ha L'Aquila è stato che non c'era una programmazione, e dunque non c'era credibilità, non c'era capacità di spesa effettiva. Ma i soldi ci sono, ed ora ci sono anche gli strumenti per spenderli.

Le strutture che dovranno governare e gestire la ricostruzione, ha aggiunto, sono pronte e faranno uno straordinario lavoro, perchè ci sono i mezzi e e gli uomini adeguati. 

Ma soprattutto Barca ha elencato i ''17 figli della sfiducia'', ovvero le critiche, dubbi e attacchi politici espressi dalla stampa, che hanno accompagnato il difficile post-terremoto e i post-terremotati, ha sottolineato, devono avere fiducia, devono finire di ''gufare contro sè stessi''.

A seguire qualche ''figlio della sfiducia'': ''Non ha senso per fare il concorsone, ci vorrà troppo tempo e si bloccherà tutto con i ricorsi'', ''Il piano di ricostruzione è vago ed inutile'', ''Il passaggio alla gestione ordinaria bloccherà tutto'', ''Il genio civile è paralizzato'', ''Si stanno facendo assunzioni opache e nepotistiche''. E ovviamente ''non ci sono soldi''.

Tutte preoccupazioni che si sono rivelate non vere, e che si stanno risolvendo, sottolinea con grande enfasi il ministro. 

Qualche contestazione in sala da parte di un precario, rimasto senza lavoro a seguito del concorsone, applausi e aperti apprezzamenti invece dal presidente Gianni Chiodi e soprattutto da parte di Gianni Letta.

Ribadendo: c'è chi la sfiducia l'ha portata a carriolate, e questo, lascia intendere, ha rischiato di rallentare la ricostruzione. Inevitabile, a seguire, la contestazione da parte di parte del pubblico.

In conclusione passeggiata in centro storico. Dove con spirito costruttivo raccogliamo e suggeriamo al ministro Barca una diciottesimo filgio della sfiducia dalla viva voce di un commerciante che, spiega che è alla fame e maledice il giorno che ha deciso di riaprire in centro storico, pieno di fiducia. ''Ma chi ha il portafoglio pieno, conclude, queste cose forse non le capisce''. 

di Filippo Tronca
immagini e montaggio Marialaura Carducci 


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