Il pizzo a san Salvo: arrestati tre giovani estorsori

Abruzzo isola felice?

05 Febbraio 2009   11:18  

Con l'accusa di estorsione i carabinieri della compagnia di Vasto (Chieti) hanno arrestato tre giovani di San Salvo (Chieti). I tre, secondo le indagini, avrebbero voluto imporre il pizzo ad una commerciante della cittadina industriale del Chietino alla quale avevano fatto una prima richiesta di 500 euro. Bloccati dai militari al momento della consegna del denaro, gli indagati sono ora in carcere a Vasto in attesa di essere giudicati con rito direttissimo. I particolari dell'operazione saranno illustrati stamani in una conferenza stampa in programma alle 10 di oggi presso la caserma dei carabinieri di Vasto.
I carabinieri li hanno presi con le mani nel sacco mentre riscuotevano la prima rata del pizzo, 500 euro al mese, chiesti con una lettera minatoria a M.L., 45 anni, la titolare di una cartolibreria con annessa rivendita di tabacchi alla periferia di San Salvo(Chieti). Devono rispondere di estorsione i fratelli Michele e Gianluca Tiberio, rispettivamente 28 e 26 anni e Daniele Di Nardo, 28 anni, tutti residenti a San Salvo. Tre giorni fa, nell'aprire il negozio, la donna ha trovato sotto la porta una lettera minacciosa contenente la richiesta estorsiva. Senza perdersi d'animo e dopo aver confidato tutto al marito, la commerciante si e' rivolta ai carabinieri con i quali ha architettato l'abboccamento con gli sconosciuti. L'altra sera, nel luogo indicato per la consegna del denaro, l'uomo ha portato una busta con i soldi richiesti, allontanandosi. Poco dopo e' giunta nella zona una vettura che, dopo due rapidi giri di perlustrazione, si e' fermata. Ne e' sceso un occupante, mentre gli altri due attendevano che il complice tornasse in auto con il denaro. In pochi secondi i carabinieri in borghese, da tempo in agguato, sono piombati addosso al terzetto bloccando ogni via di fuga. Prima di essere rinchiusi in carcere a Vasto, uno dei tre avrebbe fatto parziali ammissioni, dicendo agli inquirenti di aver progettato il tutto per mancanza di lavoro. Tre mesi gli sarebbero bastati per racimolare una somma sufficiente a tirare avanti. Adesso se la vedranno tutti e tre col giudice nel processo con rito direttissimo. Con precedenti a carico, rischiano pene severe. Nella conferenza stampa di stamane, il comandante la compagnia di Vasto, Giuseppe Loschiavo, ha rimarcato l'importanza della scelta della coppia taglieggiata di rivolgersi senza indugi alle forze dell'ordine. Avessero esitato, sarebbero forse stati risucchiati per molto tempo nell'odiosa spirale dei mancati aguzzini.

 

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