Il presidente Del Turco offre aiuto alla Campania, soffocata dall

10 Gennaio 2008   14:29  
L´Abruzzo aiuterà la Campania ad uscire dall´emergenza rifiuti, dando disponibilità a far conferire nella discarica Cerratina di Lanciano, una quantità limitata e concordata dell´ immondizia che in queste ore si accumula lungo le strade campane. Lo ha assicurato ieri sera a il presidente della regione Ottaviano Del Turco, direttamente nel salotto televisivo di Bruno Vespa. L´Abruzzo si unisce dunque alla cordata delle regioni solidali, come Puglia e Sardegna, anche se l’apporto che darà l’Abruzzo dovrà essere valutato in relazione alle esigenze della Campania e alle richieste del governo. "Per fortuna, questa sera - ha affermato Del Turco - non si possono fare due lavagne: quella degli egoisti e quella dei solidali. L’appello è stato raccolto da 18 regioni. Spero che non si apra in Abruzzo una rincorsa a iscriversi in qualcuna di queste lavagne. In ogni caso, ognuno, nelle situazioni difficili, deve assumersi le proprie responsabilità. Io l’ho fatto e sono orgoglioso di aver partecipato alla riunione in cui lo spirito di identità e unità nazionale è stato più forte degli egoismi ed elettoralismi". Le parole di Del Turco sono state però subito smentite: sulla lavagna degli "egoisti" segna subito il suo nome il sindaco di Lanciano Paolini e anche Pino Valente, della Frentania Provincia, che hanno tuonato a nome della loro gente e del Patrio suolo: "Lanciano e la Frentania non sono la discarica d’Italia". Scettico anche il direttore generale regionale Franco Gerardini, che, da esperto in materia, osserva che le discariche abruzzesi hanno appena un anno di capienza prevista, e dunque accettare l´immondizia campana significa creare le premesse di un disastro di pari portata anche in Abruzzo. No anche dall´Italia dei valori. Della serie: da mani pulite a laviamocene le mani. Opposta la posizione dei Verdi abruzzesi, che con Walter Caporale, si scherano sul fronte del si e ritengono l´emergenza campana un fatto di portata nazionale e dunque doveroso l´aiuto da parte delle altre regioni. E caorale coglie l´occasione per difendere il suo ministro Alfonso Pecoraro Scanio, divenuto in queste ore il "pecoraro espiatorio", come lo ha definito Beppe Grillo che nel suo blog afferma: "Si è aperta la caccia al Pecoraro Scanio è’ lui il colpevole. Non Bassolino, non la Jervolino, non i presidenti del Consiglio degli ultimi quindici anni, non la Camorra, non le imprese del Nord che hanno smaltito i rifiuti tossici in Campania per risparmiare, non chi ha preso i miliardi di euro dalla Comunità Europea per opere mai realizzate, non le municipalizzate politicizzate, non i partiti, non la giunta regionale, non le giunte provinciali, non i sindaci contigui alla criminalità organizzata, non chi non ha permesso la raccolta differenziata, non i magistrati che non hanno indagato, non i giornalisti che non hanno denunciato, non i parlamentari campani che stanno a Roma, non le ASL, non chi deve controllare i prodotti alimentari, non chi deve controllare l’inquinamento dell’aria". Contro Del Turco e la linea del pragamatismo e del senso di responsabilità, si scatena però puntualmente il fronte del no abruzzese, capeggiato questa volta dal senatore di ForzaItalia Andrea Pastore, che invita l´Abruzzo a prendere esempio da altre Regioni che senza demagogia e/o incoscienza hanno detto no. Fabrizio Di Stefano di An rincara la dose, da par suo: "Del Turco, nell´imbarazzante performance a Porta a Porta, ha di fatto barattato il suo credito presso il governo centrale, con tonnellate di immondizia, calpestando la volontà della gente e infischiandosene del fatto che l´Abruzzo non ha sufficienti discariche e termovalorizzatori per accogliere l´immondizia campana". Guardando cosa succede al di là del Gran Sasso, si registra intanto il no quasi corale, delle regioni del nord, a cominciare da Lombardia, Veneto e Trentino. "Not in my back yard", "non nel mio cortile", è il loro motto: ognuno smaltisca l´immondizia a casa propria. Se poi bisogna aiutare i napoletani, aggiunge a mezza bocca l´elettore leghista, non se parla neppure... Applicando lo stesso principio si dovrebbero però riportare al nord, e accumulare nei cortili dei legittimi proprietari, le migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e tossici, che gli imprenditori veneti, lombardi e trentini, con la complicità della camorra, continuano a far seppellire nelle campagne del casertano, provocando un disastro ambientale e l´aumento dello 85% dei tumori presso la cittadinanza. Il benessere economico del nord insomma è in questo caso cancerogeno a sud. Per quanto riguarda il Trentino Alto Adige, regione a statuto speciale, si rimanda alle pagine de "La casta" di Gian Antonio Stella, dove si narrano i faraonici sciali e le pantagrueliche gozzoviglie di un´isola felice e ricchissima grazie però del contribuente italiano. Dimenticano inoltre i governatori del nord, in particolare Letizia Moratti, che tra i principali responsabili del disastro va annoverata l´Impregilo di Cesare Romiti. Il gruppo Impregilo, ha accertato la Procura di Napoli, ha costantemente violato il contratto che aveva stipulato con il commissariato per l´emergenza rifiuti per la gestione totale del sistema di smaltimento dei rifiuti. Tra i pesanti reati contestati c´è quella di aver assemblato un milione e mezzo di ecoballe che però non potranno essere usate come combustibile nei termovalorizzatori, perchè esse sono semplicemente "monnezza" compressa tal quale, e dunque altamente tossica se incenerita. Sono le stesse ecoballe che la Moratti dice oggi di non volere. La sede legale dell´Impregilo, va però ricordato, è sita in Viale Italia 1, Sesto san Giovanni, Milano. Not in my back yard, appunto. Si aggiunga poi che molte sono state le aziende e i professionisti del nord che, a vario titolo, hanno fatto palate di soldi lucrando sui miliardi di euro stanziati per uscire dall´emergenza rifiuti, scialati a piene mani da personaggi come il commissario-vicerè Antonio Bassolino e dalle sue fameliche camarille bipartisan, con i bei risultati che oggi tutto il mondo ammira. Ha ragione Michele Serra: gli italiani di oggi, chiusi nel loro feroce egoismo e abbarbicati in sub-identità etnico-regionali, con venature talvolta mistico-religiose, sono profondamente diversi da quelli che, da ogni contrada della penisola, giunsero a Firenze, si rimboccarono le maniche ed aiutarono la città devastata dall´alluvione, a risollevarsi dal disastro, nella sincera consapevolezza che Firenze, come Napoli, è un patrimonio dell´umanità, ed è una città italiana e non una capitale di una regione straniera. Anzi, viene il sospetto che la parola Italia sia ormai solo un´astrazione ad uso delle parate militari e delle partite di calcio della nazionale. Filippo Tronca

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