"Il problema del radon e' avvertito, in Abruzzo, soprattutto nelle aree interne, e per troppo tempo e' stato sottovalutato". E' quanto emerge da uno studio effettuato dall'Arta, l'Agenzia regionale per la tutela ambientale, i cui risultati sono riportati in uno dei volumi della collana "Quaderni Arta", la pubblicazione intitolata "Il problema radon in Abruzzo". A parlarne sono stati oggi il direttore generale dell'Arta, Gaetano Basti, e Francesco Bochicchio, dell'Istituto superiore di sanita', responsabile scientifico del progetto "Avvio del piano nazionale radon per la riduzione del rischio di tumore polmonare in Italia". Il radon, e' stato spiegato dai tecnici, viene prodotto da altri elementi presenti sulla crosta terrestre, ed essendo un gas si muove liberamente fino ad arrivare alle nostre case. E' radioattivo, viene inalato ed emette radiazioni che possono provocare il tumore polmonare. Subito dopo il tabacco, e' proprio il radon la seconda causa di morte per tumori al polmone. Due i principi messi in evidenza, e cioe' la forte sinergia tra radon e fumo di sigarette, e il fatto che non sono necessarie forti concentrazioni di radon, ma sono sufficienti valori bassi per creare una situazione di rischio. A livello di prevenzione si puo' sia ridurre il radon che il fumo, che insieme sono un cocktail micidiale. Il problema puo' essere risolto: basta arieggiare, ad esempio, i locali chiusi che possono essere stati contaminati, e usare delle tecniche preventive nelle nuove costruzioni. Per quanto riguarda l'indagine effettuata dall'Arta in Abruzzo, il radon e' stato misurato attraverso circa duemila rilevatori disseminati su tutto il territorio della regione. Si e' capito che nella zona montuosa ci sono livelli piu' elevati di radon, mentre le quantita' sono meno elevate nella zona costiera, ma c'e' una forte variabilita' tra casa e casa nelle singole zone dove la concentrazione e' alta.
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