Il processo breve mette a rischio le indagini sul terremoto

Agghiacciante possibilità in Abruzzo

25 Gennaio 2010   09:04  

Il progetto di legge "Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi" (c.d. processo breve), presentato al Senato dal PDL e sottoscritto dalla Lega, mette a grave rischio le inchieste Abruzzesi, quella di Sanitopoli, quella su D'Alfonso, ma la cosa più orribile sarebbe la difficile prosecuzione delle indagini sul terremoto.

Di questi difficili argomenti si occupa oggi Francesca Aloisi (il nostro "L'avvocato risponde").

Di seguito dei brevi significativi passaggi e poi il link a tutto l'esaustivo articolo, nei prossimi giorni chiederemo a voi cosa ne pensate.

Fra le modifiche più rilevanti si eleva la durata massima del giudizio penale. Infatti per ciò che attiene ai reati puniti fino a 10 anni, essa viene portata a tre anni per il primo grado, due per il secondo e 18 mesi per la Cassazione.

Si puntualizza che il processo penale si considera iniziato alla data di assunzione della qualità di imputato. Dal computo dei termini sono esclusi i periodi relativi ai rinvii richiesti o consentiti dalla parte, nel limite di 90 giorni ciascuno.

Particolarmente agghiacciante potrebbe essere la ripercussione di queste nuove disposizioni per le indagini sul crollo della casa dello studente, del Convitto Nazionale e degli altri palazzi (via Campo di Fossa), accaduto dopo il sisma del 6 aprile a L'Aquila. Per questi eventi, infatti, si indaga per omicidio colposo (art. 589 c.p. che prevede una pena da 2 a 7 anni) e disastro colposo (art. 449 c.p. che prevede una pena da 1 a 5 anni), reati puniti dal codice penale con una pena fino a dieci anni e per questo perfettamente in linea con i termini stabiliti per l'applicazione del c.d. processo breve.[...]

 

Approvato in Senato il processo breve


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