Il senatore Di Stefano vuole cambiare la Costituzione: via norma anti-fascista

03 Aprile 2011   08:46  

Si dice ( lo dice anche Berlusconi) che metà buona dei parlamentari sono inutili, perché tanto vanno lì solo a premere bottoni e mangiare alla bouvette. E che tutto potrebbe funzionare, o non funzionare, lo stesso con la metà degli onorevoli, e con un congruo risparmio per chi gli paga lo stipendio, cioè le tasche dei cittadini.

Il senatore abruzzese Fabrizio Di Stefano, vice-coordinatore del Pdl, non rientra certamente nella metà inutile. La sua azione parlamentare infatti, tra le altre cose, è stata onorata con la proposta di legge, recentemente depositata, che porta il titolo di ''Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione''. Una modifica della Costituzione, niente di meno. Che vuole abrogare la norma che vieta la ricostituzione in Italia del Partito fascista, la norma su cui si fonda il reato di apologia del fascismo.

Ma il senatore tiene a precisare che per lui, che ha militato nel Msi, il fascismo appartiene al remoto passato, e giustifica l'eventuale ed epocale modifica costituzionale con il fatto che tanto quella norma è anacronistica, e pensata nel 1948, come transitoria. Solo ad un pazzo oggi in Italia potrebbe venire in mente di ricostituire il partito fascista.


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