Il tribunale dei Minori ci ripensa: Parolisi non può vedere la figlia

In settimana chiusura delle indagini e richiesta di giudizio

10 Gennaio 2012   09:47  

Entro questa settimana la Procura della Repubblica di Teramo chiederà il giudizio immediato per Salvatore Parolisi, dopo che qualche giorno fa i carabinieri del Ris hanno riconsegnato gli ultimi accertamenti sul Dna trovato sul corpo della vittima facendo definitivamente chiarezza su alcuni punti e spazzando via l’ombra di un presunto complice.

Intanto è saltato l'incontro che il caporalmaggiore accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea avrebbe dovuto avere ieri con la figlioletta Vittoria nel carcere di Castrogno, dove è rinchiuso dal 18 luglio. E' stato il tribunale dei minori di Napoli, lo stesso che il 2 dicembre aveva stabilito che l'uomo potesse incontrare la bambina una volta ogni tre settimane, a bloccare l'atteso incontro.

La giornata, ieri, era iniziata con l’arrivo a Teramo della piccola accompagnata dai nonni materni, a cui è stata affidata temporaneamente, e finita alle 16 con la sua ripartenza per Somma Vesuviana sull’auto guidata dallo zio Gennaro Rea. In mattinata i servizi sociali del tribunale dell’Aquila hanno incontrato la bimba con la nonna, autorizzata in mattinata ad assistere all’incontro proprio per evitare che la piccola restasse sola con una sconosciuta.

A impedire l'incontro col padre una nuova battaglia legale intrapresa dalla famiglia di Melania. "Per ora la bimba e la nonna non sono delle condizioni di poter affrontare un colloquio così difficile e impegnativo" spiega l'avvocato Mauro Gionni, legale dei Rea. "La nonna é stata autorizzata a partecipare, ma psicologicamente non é pronta a trovarsi di fronte a quello che, secondo la procura, è l’assassino della figlia. Per questo avevamo chiesto che ci fosse una maggiore preparazione dell’incontro. Non c’è alcuna opposizione da parte dei Rea affinché la piccola incontri il padre, ma tutto deve essere fatto con la massima attenzione per il bene della bambina". "Sarebbe stato opportuno - aggiunge poi l'avvocato - che il padre fosse stato trasferito a Somma Vesuviana o che, comunque, all’incontro fossero state delegate le assistenti sociali che seguono abitualmente la bambina in Campania".

Da quanto è trapelato, Parolisi ha pianto alle 15, quando ha saputo che la figlia non sarebbe più arrivata. Oggi i suoi legali Nicodemo Gentile e Federica Benguardato presenteranno una richiesta al giudice tutelare di Nola affinchè sia la sorella di Parolisi a portare in carcere la piccola. 


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