Il trio di Mantova al Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila

20 Gennaio 2012   12:05  

Sabato 21 gennaio, alle ore 18.00 nel Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila, la 37a Stagione Sinfonica dell’ISA ospita un concerto da camera d’eccezione: il Trio di Mantova in formazione pianoforte, violino e violoncello con un programma di grande pregio.

Schubert scrive questo Trio in Si Bem Magg. verso la fine della sua carriera, quando torna ad occuparsi di musica da camera intorno al 1826/27. Seconda parte del concerto il Trio in Do magg. di Giuseppe Martucci compositore dall’anima romantica e autunnale, come qualche critico lo ha definito, tra i principali compositori italiani che tra Ottocento e Novecento non fecero dell’opera teatrale il loro genere primario.

FRANZ SCHUBERT (Liechtenthal, Vienna, 31 gennaio 1797 – Vienna, 19 novembre 1828) La freschezza melodica e la delicatezza del discorso armonico incarnano il fascino dell’intero corpus delle composizioni schubertiane, sempre ispirate nella loro continuamente rigenerata e, a volte, commovente bellezza e, per quanto il cardine della sua produzione musicale sia costituito dalla forma del lied – ragion per cui i suoi contemporanei lo etichettarono come “il” compositore di lieder per eccellenza – di notevole pregio sono le sue composizioni sinfoniche e, soprattutto, la sua musica da camera. F. SCHUBERT Trio in Si bem. Magg. op. 99 D. 898 Il Trio in Si bemolle maggiore, tonalità tra le preferite dal compositore, è tra le più luminose e briose composizioni cameristiche schubertiane, ricco com’è di effusioni liriche squisitamente romantiche e di melodie di incomparabile bellezza.

Eseguito per la prima volta nel gennaio del 1828 in forma privata, a casa di un amico e quindi in una di quelle numerose “schubertiadi” organizzate per ascoltare e fare buona musica, magari gustando del buon vino, questo Trio, al contrario di quello op.100, venne pubblicato postumo a Vienna nel 1836. Schumann, che proprio nel 1836 sulle pagine di “Rassegna critica” scriveva dei due Trii schubertiani col pianoforte, analizzati con passione e messi a confronto l’un l’altro, definiva l’op.99 come «femminile e lirico», parlando di un primo movimento «virginale, pieno di grazia, di intimità», cui segue un secondo tempo che ha «la qualità visionaria di un sogno di beatitudine e il vivo palpito di un’emozione squisitamente umana». Significativa ed emblematica la chiusa della recensione: «Siano per noi queste opere un carissimo lascito! Il tempo, per quante innumeri bellezze sappia generare, non troppo presto saprà donarci un altro Schubert». GIUSEPPE MARTUCCI (Capua, 6 gennaio 1856 – Napoli, 1 giugno 1909) Musicista dall’anima romantica e autunnale, come qualche critico lo ha definito, egli è tra i principali compositori italiani che tra Ottocento e Novecento non fecero dell’opera teatrale il loro genere primario e, per le sue varie attività culturali e musicali che portò avanti per tutta la vita, rappresenta la somma di molti personaggi: grande pianista (ottenne elogi da Rubinstein e da Liszt) e didatta del pianoforte, lungimirante direttore d’orchestra (diresse per primo in Italia Tristan und Isolde di Wagner, a Bologna nel 1888 come anche la Seconda Sinfonia di Brahms), instancabile organizzatore musicale (diresse la Società del Quartetto a Napoli e l’orchestra della Società Sinfonica, il Liceo Musicale di Bologna e poi il Conservatorio partenopeo) col chiaro intento di divulgare il repertorio sinfonico e cameristico e, soprattutto, fine compositore (stimato, tra gli altri, anche Arturo Toscanini) molto apprezzato anche all’estero. G. MARTUCCI Trio in Do magg. op. 59 Il Trio per pianoforte, violino e violoncello op. 59 in Do maggiore, premiato al Concorso di composizione della Società del Quartetto di Milano (nel 1882), è opera originale e di ampio respiro, in cui i riferimenti piuttosto espliciti alla musica da camera tedesca, di Mendelssohn anzitutto ma anche di Schumann e di Brahms, trascolorano in una cifra stilistica che si fa sempre più personale, specie nel dominare frequente della forza melodica e nel raffinatissimo trattamento armonico. CRISTIANO BURATO, è nato nel 1968. Considerato a livello internazionale uno dei maggiori pianisti della sua generazione, si è diplomato con lode e menzione d’onore al Conservatorio di Mantova con il M° Rinaldo Rossi, con il quale ha proseguito il perfezionamento artistico. Si è diplomato inoltre con lode presso l’Accademia di Santa. Cecilia in Roma con il M° Sergio Perticaroli. Impostosi definitivamente sulle scene internazionali con la vincita, nel 1996, del prestigioso Concorso Internazionale “Dino Ciani”, si è esibito come solista con prestigiose Orchestre (Philarmonia Orchestra di Londra, Sydney Philharmonic Orchestra, Orchestra Filarmonica della Scala, Orchestra Sinfonica della RAI, Wiener Kammerorchester, ecc.) al Teatro alla Scala di Milano, alle “Settimane Musicali” di Stresa, per la “Società del Quartetto” e la “Società dei Concerti” di Milano, per l’Accademia di Santa Cecilia e l’Accademia Filarmonica Romana, all’Accademia Chigiana di Siena, all’Accademia Filarmonica di Bologna, per il Festival Internazionale Pianistico di Brescia-Bergamo, per l’Associazione Scarlatti di Napoli, ecc. Si è esibito, tra l’altro, alla Sydney Opera House, alla Royal Festival Hall e alla Wigmore Hall di Londra, alla Konzertsaal di Vienna, alla Tonhalle di Zurigo, a Radio France e all’Auditorium UNESCO di Parigi, al County Museum of Art di Los Angeles, all’Ammarskjold Auditorium delle Nazioni Unite a New York, ecc.  Grandi apprezzamenti hanno sempre suscitato le sue interpretazioni di Chopin che gli hanno valso riconoscimenti da parte di giurie internazionali a Sydney, Colonia e Londra e l’invito a tenere numerosi concerti chopiniani: all’International Chopin Festival di Duszniki; a Parigi nel giorno del 150° anniversario dalla morte; per la “Chopin Society” di Londra, ecc. Per meriti artistici è stato premiato con Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. Ha inciso per la Phoenix Classics e per la ZYX Music. PAOLO GHIDONI, nato a Mantova nel 1964, si diploma a 17 anni con il massimo dei voti presso il Conservatorio della sua città sotto la guida del M°Ferruccio Sangiorgi.  Ha partecipato per tre anni ai corsi di qualificazione professionale per orchestra presso la Scuola di Musica di Fiesole, si è perfezionato in violino presso l’Accademia Chigiana con Franco Gulli, ottenendo più volte il diploma di merito, e in musica da camera con il Trio di Trieste sia a Fiesole che all’Accademia Chigiana di Siena. Ha inoltre studiato con Franco Claudio Ferrari a Mantova, con Salvatore Accardo a Cremona, con Corrado Romano presso il conservatorio di Ginevra e con Ivri Gitlis all’Accademia di Sion (Svizzera). Vince numerosi premi, tra cui il premio “Vittorio Gui” a Firenze nel 1983 con il “Trio Matisse” con cui per più di venticinque anni ha svolto attività concertistica in tutto il mondo. Sempre nel 1983 ha vinto i concorsi per violino e musica da camera di Stresa e di Cesena; ha vinto il secondo premio al concorso internazionale Michelangelo Abbado a Sondrio; nel 1994 vince il premio Casella a Roma e il secondo premio al concorso Brahms a Postfäch (Austria). Nel 1998, su indicazione del grande compositore Georghi Kurtag, viene chiamato per ricoprire il ruolo di primo violino nel “Quartetto Orlando”di Amsterdam. E’ stato per quindici anni primo violino solista e concertatore dei “Virtuosi Italiani”, ha collaborato come sparring partner come solista e in formazioni cameristiche con artisti del calibro di Dino Asciolla, Mario Brunello, Enrico Dindo, Giuliano Carmignola, Franco Maggio Ormezowschi, Bruno Canino, Franco Petracchi, Hermann Baumann, Ifor James, Danilo Rossi. Con Enrico Dindo ha eseguito a Zagabria il doppio di Brahms con l’Orchestra sinfonica dell’omonima città e registrato dalla radio di Zagabria.  E’ primo violino e leader del “Quartetto dell’Accademia Virgiliana” di Mantova e cofondatore con il violoncellista Piero Bosna e il pianista Cristiano Burato del “Trio di Mantova”; collabora come prima parte e solista con varie realtà importanti tra cui l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto. Ha al suo attivo più di 1500 concerti e tournée in tutto il mondo (Europa, Stati Uniti, Australia, Oriente). Recentemente, come componente di “Ensemble. It”, ha compiuto una tournée di concerti in Sud America toccando le capitali più importanti e come componente del “Trio Matisse” ha compiuto una significativa tournèe in Cina. Ha inciso per Bongiovanni, Hermitage e per la rivista “Amadeus”. Suona su un violino costruito da Luigi Lanaro (1991), su uno costruito da Stefano Trabucchi (2006) e in particolare suona un violino con etichetta “Santa Giuliana” e un arco “Sartori”, questi ultimi appartenuti al grande violinista Franco Claudio Ferrari, gentilmente concessi dal Conservatorio L. Campiani di Mantova. Possiede inoltre un violino “Pedrazzini” (1936). E’ titolare della cattedra di musica da camera presso il Conservatorio di Musica di Mantova. PIETRO BOSNA, è violoncellista del prestigioso complesso “I Musici di Roma”: ensemble che da sessant'anni si esibisce con successo in tutto il mondo.  Le sue principali registrazioni in ruoli solistici sono pubblicate da Deutsche Harmonia Mundi, Astree, Chandos, Denon, EMI, Dynamic, Stradivarius, Gaudeamus. Fra i vari suoi concerti ne ricorda uno in particolare, alla Carnegie Hall nel '95, alla presenza di Isaac Stern e di eminenti concertisti di fama internazionale a termine di un workshoop in onore del settantesimo compleanno del Maestro. Suona un violoncello di Lorenzo Storioni (Cremona 1791) gentilmente offerto dall'amico Prof. Pietro Lacchio.


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