Il vescovo Molinari prega per il G8

04 Luglio 2009   10:51  

 

Dal Vescovo riceviamo e pubblichiamo.

'' Un antico proverbio russo afferma che: “E’ meglio incontrarsi una volta che scriversi sette volte!”. E’ la saggezza popolare che ci ricorda che un incontro tra gli uomini e tra i popoli è sempre sorprendentemente fecondo.

Perciò, anche noi, cattolici dell’Aquila, siamo convinti del valore estremamente positivo dell’incontro dei leaders dei Paesi del G8.

E siamo anche sinceramente contenti che questo incontro avvenga a L’Aquila, la nostra città ferita e sconvolta dal terremoto, che, in questi ultimi mesi è già diventata una capitale mondiale del dolore umano.

  Anche i Presidenti delle Conferenze Episcopali Cattoliche Nazionali dei Paesi del G8 (insieme alle loro comunità cristiane) sono profondamente convinti della bontà di questa riunione dei responsabili delle Nazioni.

Infatti, per questa occasione, hanno inviato una lettera a questi leaders, dove raccomandano di prendere provvedimenti condivisi “finalizzati a proteggere i più poveri e ad assistere i Paesi in via di sviluppo”. Sempre in questa lettera essi ricordano che “nei volti dei poveri la Chiesa Cattolica vede il volto di Cristo che siamo chiamati a servire in tutti i Paesi del mondo”.

Inoltre ricordano che i paesi poveri sono i meno responsabili della crisi economica con la quale il mondo oggi si confronta. E quindi sarebbe terribilmente ingiusto se questi poveri dovessero soffrire più degli altri per le pesanti conseguenze della crisi economica mondiale.

Anzi i paesi più ricchi devono sentirsi obbligati ad onorare i loro impegni nell’aumento degli aiuti allo sviluppo per ridurre la povertà globale e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio, con particolare attenzione ai paesi africani.

I Vescovi raccomandano anche di rafforzare i processi di peacekeeping e di far sì che i conflitti creati non continuino a privare i Paesi delle risorse necessarie allo sviluppo.

Anche per quanto riguarda il grave problema del cambiamento climatico bisogna impedire che siano i più poveri a pagare.

Ed infine i Vescovi ricordano a tutti che proteggere i diseredati ed il pianeta non sono ideali tra loro contrastanti, ma priorità morali per tutte le persone di questo mondo.

Carissimi fratelli e sorelle dell’Aquila, noi ci siamo riuniti questa sera, a pochi giorni dall’importante evento del G8, non per protestare, ma per pregare.

Noi sappiamo, che le intenzioni più belle degli uomini, soprattutto di coloro che hanno gravi responsabilità nel governo delle nazioni e nell’orientare la politica economica mondiale, non servono a molto se manca l’aiuto di Dio.

Come dice il Salmo:”Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori”.

Noi sappiamo che gli uomini e le donne, che hanno in mano il potere politico ed economico sono persone con ruoli importantissimi nella storia di questo nostro mondo.

Ma da sole queste persone non possono risolvere problemi che sorpassano le capacità di ogni creatura umana.

Noi invece crediamo all’onnipotenza della preghiera.

La preghiera ottiene luce, fa costruire progetti, indica le soluzioni più giuste ed efficaci.

La preghiera rende umili, fa intuire l’importanza dell’aiuto e della collaborazione degli altri.

La preghiera libera da ogni delirio di onnipotenza e ci fa sentire piccoli ma preziosi strumenti nelle mani di Dio che guida la storia del mondo e la piccola ma insostituibile storia di ognuno di noi. La preghiera, soprattutto, aiuta a superare ogni forma di scoraggiamento.

E ci mette nel cuore la certezza che nessun ostacolo può fermarci, che con l’aiuto di Dio possiamo raggiungere traguardi che sembrano umanamente irraggiungibili.

E allora preghiamo, questa sera, con tutta la fede possibile. Chiediamo al Signore che da questo G8 dell’Aquila risuoni per tutte le nazioni un messaggio di giustizia, di pace e di riconciliazione.

L’Aquila è la città di S. Celestino e la sua “Perdonanza” è un invito al dialogo, alla pace e alla riconciliazione che risuona a L’Aquila e nel mondo ormai da più di settecento anni!

Preghiamo il Signore perché posa avverarsi il sogno di Celestino non solo per L’Aquila ma per i il mondo intero.

E proprio per questo preghiamo anche affinché attorno a questo evento, importante per il dialogo, la pace e il giusto sviluppo di tutti i popoli, fioriscano solo iniziative di pace, di sincero dialogo e di tenace volontà a voler costruire un mondo senza odio e senza violenza.

 

8. Preghiamo, allora, perché trionfino il dialogo costruttivo, le scelte importanti a favore dei più poveri, le decisioni per uno sviluppo che non dimentica nessuno.

Ma anzi è estremamente attento prima di tutto ai più poveri.

I grandi delle nazioni vengono nella nostra città ancora devastata dal terremoto.

Possiamo vedere nella nostra città ferita il volto di tutte le città ferite del mondo.

E possiamo sperimentare, toccati dalla grazia di Dio, che alla fine ciò che rimane non sono i soldi, il potere politico, l’egoismo dei singoli e dei popoli.

Alla fine, per ritornare alle illuminanti parole dell’Apostolo Paolo, ciò che rimane è la carità.

Quella carità che diventa attenzione agli altri, condivisione, solidarietà.

Quella carità che diventa sempre più la santa forza sovversiva dell’amore che annulla le distanze, fa crollare le barriere, distrugge le ingiustizie e fa di tutti i popoli della terra un’unica, immensa famiglia: la famiglia dei figli di Dio.''


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